Werner Bronkhorst, il mondo è una tela

Il pittore sudafricano ispirato da materia e ideali, miniature ed echi sportivi
“I miei lavori, soprattutto quelli di dimensioni più grandi, da distante sembrano opere astratte. Se l’osservatore si avvicina e si approccia ai quadri, però, scopre le mie miniature. Questa esplorazione intima delle opere regala dei significati nascosti. E credo formi un forte parallelismo con la nostra esistenza. In fondo se guardiamo il mondo dall’alto tutti noi siamo miniature”

Tutto il mondo è una tela e noi camminiamo all’interno di essa. Basta guardare dall’alto. È racchiusa in questo concetto-manifesto la filosofia artistica di Werner Bronkhorst, ventunenne sudafricano che ha stanziato il proprio estro sulle coste australiane. Werner è un autodidatta con una vasta sapienza artigiana e le sue tele parlano proprio di questo, del rapporto con la materia, ma anche del rapporto tra dimensioni e colori, tra surf e sci. I suoi microuniversi (spesso sportivi) nascono dall’utilizzo di materiali pesanti che diventano set iperattivi, scenari naturali popolati da protagonisti di minuscole dimensioni.

“Ho iniziato a dipingere nel 2018, perché mia sorella l’ha sempre fatto e mi ha inevitabilmente influenzato. Un’altra grande fonte d’ispirazione è stata la pittrice sudafricana Lorraine Loots, i suoi dipinti sono famosi per essere grandi quanto monete: grazie a lei ho subito il fascino delle miniature e ho cominciato a produrle. Il vero ‘eureka moment’ è arrivato dipingendo dei pezzi di legno. Sono anche un artigiano di mobili e per caso ho cominciato a dipingere di bianco o di giallo degli ‘sfondi’ corposi composti da materiali di scarto, materiali che in teoria hanno poco a che fare con l’arte. Queste particolari tele mi sono immediatamente sembrate dei paesaggi. La prima volta mi sembrava di avere di fronte delle montagne innevate, così ho deciso di dipingerci sopra una serie di sciatori. Poi alle montagne si sono aggiunte le spiagge, gli sport acquatici, i surfisti… Ho deciso anche di filmare i processi di creazione delle varie opere, condividendoli sui social: la gente ha cominciato in questo modo ad apprezzare e seguire il mio lavoro”

E i social sono risultati mezzi fondamentali per l’esplosione di questo giovane artista. Instagram e TikTok sono diventate le gallerie digitali dove esporre e, contemporaneamente, spiegare le personali creazioni: strumenti essenziali per costruire forti legami con il pubblico del presente e del futuro, ma anche per permettere a chiunque di valutare e acquistare opere che non vogliono essere elitarie. Perché l’arte, ci spiega Werner, sotto questo punto di vista può e deve coincidere con lo sport e con la sua ideale apertura a tutti, indipendentemente dal conto in banca.
“I social rendono tutto accessibile e voglio che le mie opere siano accessibili, come lo sport. Voglio che siano democratiche. Arte e sport sono due attività che non attengono alla sopravvivenza dell’essere umano. Non sono obbligo, sono piacere. Hanno tantissimo in comune. Desidero che tutti possano dipingere o comprare un quadro, ecco perché non mi sono legato a gallerie specifiche: non voglio rapporti esclusivi che renderebbero le mie opere irraggiungibili per tante persone. Parlando di sport, qui ho incontrato il surf e ho subito iniziato a dipingerlo. Quando surfi ti senti in un posto speciale, dove tantissimi esseri umani entrano in relazione grazie alla passione per le onde. Lo stesso vale per lo sci, anche se non ho mai sciato. È ironico, lo so, dipingo sciatori eppure non sono ancora riuscito a toccare la neve…”

L’Australia non sarà culla di sport invernali, ma è sicuramente uno degli epicentri della scena artistica contemporanea. E Werner Bronkhorst vuole irradiare da questo Paese la propria fresca, ragionata concezione creativa. Vuole evolvere la sua vitalità pittorica ed esplorare nuovi orizzonti, nuove piattaforme, nuove opzioni virtuali che possano permettergli, da un lato, di proseguire un percorso già chiaro, dall’altro di testare strumenti sconosciuti, alla ricerca di un altro ‘eureka moment’.
“Sono in Australia da tre anni ormai, ero arrivato qui dal Sudafrica per un periodo sabbatico e oggi riesco a mantenermi grazie ad arte e lavoro artigianale, è incredibile e mi fa emozionare. Il prossimo obiettivo è muoversi dal mondo reale al mondo virtuale. Non ho mai fatto opere digitali o NFT, ma le cose cambiano velocemente e sono curioso d’interfacciarmi con questo campo innovativo. Odio replicare una cosa all’infinito e voglio che sempre più gente abbia miei pezzi unici, per questo sono sicuro che ci saranno molti cambiamenti in futuro… Vorrei riuscire a creare la stessa sensazione di una tela nel panorama virtuale: non ho ancora una risposta precisa a questa ricerca artistica, ma presto la scoprirete!”
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