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Sisterhood

Il calcio è amore, il calcio è vita, il calcio finalmente è donna

Evviva il calcio. Evviva le donne. Troppo entusiasmo? A guardare i dati di un movimento in netta crescita la risposta è no. E parliamo d’Italia. Un Paese in cui questo sport declinato al femminile è, oggi, sinonimo di partecipazione e dinamismo. Un’onda che monta giorno dopo giorno e travolge le perplessità di quelle mamme (e di quei papà…) che mal volentieri portavano le proprie ragazze al campo. Tutto cambiato, tutto nuovo. C’è vita su Marte, quindi. E c’è voglia di cambiare la storia. Merito delle donne, ovviamente. Quelle stesse che hanno lottato da subito per affermare il loro diritto al gioco. D’altra parte le difficoltà cementano i gruppi e pongono basi solide su cui costruire perché, alle pioniere nazionali, appare chiaro da subito quanto sia necessario contare sulle proprie forze cercando negli occhi di chi occupa lo stesso spogliatoio le risorse per sorridere. Si diventa compagne di squadra, poi amiche e quando non si condivide più il momento agonistico in campo ci si trasforma in dirigenti, addette stampa, sponsor, semplici tifose. Ma sempre amiche. Sono presupposti necessari per una narrazione che, oggi, pare più fluida e semplice. Il DNA del calcio femminile italico affonda le sue radici in un sentimento diffuso di accerchiamento, un noi contro tutti che ha scavato il solco. E, oggi, sono nati i germogli che nutrono chi si avvicina a questa disciplina. Le donne del calcio hanno sempre dato l’esempio, sono sempre state riferimento per qualunque bambina avesse voluto seguirle. Peccato che nessuno lo sapesse. Trattasi di notorietà cercata, voluta e trovata. La sorellanza ha indicato una missione e i missionari hanno portato in giro il piacere del gioco. Le donne del calcio non hanno mollato rimanendo sempre quello che sono: studentesse, mogli, lavoratrici, fidanzate e mamme. Non hanno cambiato nulla di sé ma è cambiato il mondo intorno a chi vive questa notorietà come una liberazione più che come una moda. Perché le tendenze passano e loro hanno intenzione di restare presenti, con quelle gambe così solide da resistere a ogni intervento duro. Che sia di un difensore o anche solo di qualche ignorante. In questo rinascimento cultural pedatorio recita una parte da protagonista il FC Internazionale Milano che, il 23 ottobre 2018, ha ufficializzato l’acquisizione del titolo sportivo prima in possesso dell’ASD Femminile Inter Milano. Partendo dalla Serie B, senza fretta. Lo ha voluto fortemente la presidenza, nella persona di Steven Zhang. In realtà la Beneamata aveva già da tempo avviato un programma al femminile in ambito giovanile ma, per completare l’opera, serviva la prima squadra e la formazione Primavera. Detto, fatto. In campo ci sono elementi che hanno, per la maggior parte, percorso la stessa strada e che, dopo anni di frequentazioni comuni, non riescono più a vedere il confine tra squadra e famiglia.

Alle donne nero-azzurre vengono dedicate tutte le cure che sembrano esclusivo appannaggio degli uomini. Una tale parità di trattamento che ha regalato un salto di qualità incredibile a chi, fino a ieri, si sognava un supporto medico da Champions League. Senza parlare degli impianti, visto che il Centro di Formazione Suning è oggi una delle case di tutto il mondo interista. Senza distinzione di genere. Sono le conquiste di chi non ha mollato un centimetro tanto da voler citare il movimento nulla può fermarci che la NIKE ha creato per sostenere le donne impegnate nello sport e che, grazie allo sport, affrontano i problemi quotidiani senza mai abbandonare la propria posizione di individuo e di atleta. Un’idea nata per arginare l’abbandono dello sport da parte dei ragazzi ma che sembra creata apposta per il calcio femminile. Nulla può fermarle, in effetti. Ancor di più oggi che le giocatrici sono diventate un modello ispirazionale per le più piccole, un onore ma anche una responsabilità. Nessun problema. Queste vengono da lontano, hanno scarpe consumate dai chilometri. Non le hanno regalato nulla e quello che sfoggiano se lo sono cucito addosso da sole. Meravigliose sarte nel ruolo di modelle, vive e calcianti. Mai come ora.

Foto: Rise Up Duo
Testo: Francesco Costantino Ciampa

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