Shoot The Messenger, pedalare a Stoccolma

Alla scoperta della sub-cultura dei corrieri urbani svedesi
‘Shoot The Messenger’ è un progetto del fotografo Anthony Hill, un reportage incentrato sui corrieri in bicicletta di Stoccolma, un tipo di sottocultura che si può trovare nella maggior parte delle città mondiali. Vi riportiamo le sue parole e i suoi scatti. Buona visione.

Il progetto è iniziato nell’inverno 2018 ed è continuato per tutti gli inverni successivi. Questi ciclisti sono personaggi umili, spesso con tendenze filosofiche, di varia estrazione sociale e con variegate storie alle spalle. Tra di loro si possono trovare campioni svedesi, europei e mondiali. I campionati Messenger si svolgono in tutto il mondo, ed è comune che le biciclette di questi ragazzi presentino adesivi legati a questi eventi.
I ritratti sono stati scattati principalmente durante l’inverno. È interessante notare come i rider scandiscano i loro cicli lavorativi in inverni. D’altronde, quando il tempo rigido ferma altri mezzi di trasporto, questi messaggeri sono gli unici a continuare la loro attività, tra neve e ghiaccio, con una media di 50-100 km al giorno.



Il progetto ha avuto bisogno di un po’ di tempo prima di essere concretizzato, lo slancio è stato dato principalmente attraverso il passaparola. La comunità dei corrieri urbani è affiatata e solidale: tra tutti i soggetti che ho fotografato in carriera, questi rider sono sicuramente gli individui più affascinanti e felici. I ritratti sono stati scattati durante una breve pausa di dieci minuti nella loro giornata lavorativa. Compaiono loro e le loro bici, spesso pezzi unici e personalizzati, strumenti che riflettono completamente questa sub-cultura.





Io stesso sono un appassionato di ciclismo, quindi è stato un vero piacere lavorare su questo progetto. Credo che questi scatti rappresentino anche un’importante strumento di documentazione specifica riguardo Stoccolma, riguardo un gruppo selezionato dei suoi abitanti e il loro stile di vita.
Sento che è anche rilevante un altro aspetto, e mi riferisco al tema del cambiamento climatico. Il lavoro fatto con questi questi ragazzi mette in evidenza la congestione urbana e l’inevitabile declino dei veicoli a combustibile fossile. L’obiettivo è quello di creare una mostra e un libro ad hoc nel prossimo anno. Ma tra oggi e quel momento, ci sarà un altro inverno di mezzo.

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