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Ricardo Kishna e la paura di non risvegliarsi

“Ho pensato di non voler più vivere”. La tragedia e la preziosa testimonianza dell’ex Lazio

Negli ultimi giorni le parole di Ricardo Kishna, 25enne ex talento incompreso della Lazio,  hanno scosso il mondo del calcio.

Quella del calciatore olandese è l’ennesima cruda testimonianza relativa al problema della depressione: patologia sempre più serpeggiante tra tanti professionisti del pallone.

Al contrario di Gregory van der Wiel, Kishna non ha affidato i suoi pensieri all’inchiostro o a una lettera sul web. Il talentuoso mancino ha invece preferito esternare pensieri e paure in televisione, nel programma ‘Andy Niet te Vermeijde’, condotto da Andy Van der Meyde (volto particolarmente noto in casa Inter).

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La carriera di Kishna, arrivato sulla sponda biancoceleste romana dopo la trafila giovanile in casa Ajax, ha subito negli ultimi anni un rapido e silenzioso tracollo. Declino figlio di una lunga serie d’infortuni e di sempre più pressanti disagi mentali.

Oggi Kishna è un tesserato dell’ADO Den Haag e, dopo una faticosa riabilitazione fisica e mentale, pare finalmente aver domato i propri demoni interiori.

L’olandese ha così deciso di mettere a nudo la propria esperienza personale per aiutare colleghi e persone nelle sue stesse condizioni. Queste sono le sue dure e preziose parole.

“Nel calcio raccontare che si sta male è una specie di tabù. Siamo tutti uomini, vogliamo tutti avere successo, ma ci sono anche momenti in cui le cose non vanno come dovrebbero. Penso che sia molto importante condividerli con chi ti può aiutare.

Negli ultimi tempi sono caduto in una profonda depressione. Ogni notte, quando ero a letto, non riuscivo a chiudere gli occhi perché avevo paura di non risvegliarmi. Mi sentivo seriamente come se stessi morendo. Dovevo prendere dei farmaci quotidianamente per essere in grado di affrontare con apparente normalità la giornata.

A causa delle mie condizioni psicologiche non riuscivo più a prendermi cura della mia famiglia e ho deciso di trasferirmi, andando a vivere da tutt’altra parte. Ero davvero intrattabile in quel periodo. Le mie relazioni sociali si sono rotte, quasi tutto si è rotto. D’altronde, se non riesci a convivere con te stesso, ti senti obbligato a sfogarti con gli altri.

Sono impazzito. Pensavo di avere un tumore alla testa, un infarto, un ictus. Ho fatto dei controlli al cervello, al cuore e ai polmoni per escludere tutto. Il punto più basso è stato quando ho pensato: “Se sto così male, non voglio più vivere. Non posso vivere con tutto questo”.

Non volevo suicidarmi, ma pensavo davvero di non poter convivere con tutto quel dolore. Il mio psicologo mi ha detto: “Hai attacchi di panico”. Pensavo fosse pazzo. Ma mi ha elencato 50 sintomi di attacchi di panico… E io ne avevo 38″.

Penso sia importante raccontare tutto questo perché ho sentito tante altre storie di ragazzi nelle mie stesse condizioni, so per certo di alcuni colleghi che devono prendere farmaci prima di ogni partita. Il mio consiglio è apritevi, parlatene e chiedete aiuto”.

Redazione

Sources & Credits

 

 

Photos sources:
https://www.spaziocalcio.it/calciomercato/ufficiale-doppia-cessione-per-la-lazio-ricardo-kishna-torna-in-olanda/
https://www.sslazio.org/kishna-consapevole-di-quello-che-dovro-fare-alla-lazio/

6 novembre 2020

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