Atleta, stilista, Missoni

La corsa, le Olimpiadi, poi la moda: Ottavio Missoni, uno sportivo speciale

In concomitanza con lo scoppio della II Guerra Mondiale, il giovane dalmata decide di virare sui 400 ostacoli. A Torino, nel 1941, chiude con uno strepitoso 53’’3. Poi, all’apice della maturazione fisica, cade nell’oblio del dramma bellico. Le piste vengono rapidamente sostituite dalla sabbia della Campagna d’Africa. Missoni viene sorpreso dagli inglesi a El Alamein e per quattro lunghissimi anni resta sospeso nella condizione di prigioniero.

Il ritorno in Italia lo vede debilitato, inattivo da molto tempo e distantissimo dalle condizioni atletiche ideali. “Niente caffè, niente latte, niente birra”: in poco tempo, basandosi su un mantra salutista, Missoni ritorna l’atleta abbacinante che aveva fatto brillare gli occhi al popolo italiano.
Arriva alle Olimpiadi di Londra con un personale di 53’’1, migliore della sua carriera. Nella capitale inglese supera gli ostacoli con grazia, imponendosi un ritmo di 15 passi: nella finalissima taglia il traguardo al sesto posto. Poco dopo l’esperienza a cinque cerchi decide di smettere. Il motivo? Un progetto tessile che lo porterà a cambiare l’universo della moda.


27 ottobre 2020
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