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Marcus Rashford. Così giovane, così importante

La stella dello United che ha sconfitto Boris Johnson, aiutando milioni di bambini britannici

“Rashford 1 Boris 0”, segnala uno striscione alle porte di Wythenshaw. Un riassunto dal sapore calcistico, un inno conciso alla grande vittoria di Marcus Rashford.

Il 22enne jolly del Manchester United è riuscito in un qualcosa di difficilmente ipotizzabile: grazie all’incessante impegno delle ultime settimane ha convertito il pensiero di Boris Johnson e dell’intero Parlamento britannico, influenzando l’importante scelta di rinnovare buoni pasto scolastici per i figli della working class d’oltremanica.

“10 anni fa sarei stato uno di quei bambini, non avreste mai potuto ascoltare la mia voce e vedere la mia determinazione nel diventare parte della soluzione”

In una lunga e toccante lettera inviata a Downing Street, Rashford non ha esitato a mettere a nudo i propri trascorsi, facendo leva su un passato difficile cominciato proprio a Wythneshaw, sobborgo di Manchester dall’altissimo tasso di criminalità.

Figlio di una madre single, Rashford ha vissuto in prima persona una piaga sottocutanea che vessa silenziosamente milioni di famiglie britanniche: l’assenza di cibo per i propri figli.

Una carenza che, normalmente, viene tamponata dai buoni pasto scolastici. Durante il lockdown, però, il Ministero dell’Istruzione britannico aveva tragicamente stabilito di sospendere questa forma d’aiuto sociale: una decisione che ha visto l’immediata reazione del giovante talento di Manchester.

“Quello che le famiglie affrontano oggi, io l’ho attraversato in passato e so che è molto difficile uscirne. Mia mamma lavorava a tempo pieno, guadagnando il minimo sindacale, e non era mai abbastanza. Come famiglia abbiamo sempre fatto affidamento su mense gratuite, sui buoni pasto scolastici, sulla gentilezza di vicini di casa e allenatori”

A soli 11 anni Rashford ha difatti abbandonato casa, direzione academy dello United. Una separazione precoce, fortemente voluta da una madre coscienziosa, sicura di regalare al figlio, con quella decisione, un’adolescenza fatta di pasti sicuri e stabilità sociale.

È l’inizio di una marcia trionfale, di una carriera abbagliante che, nel 2016, ha visto l’appena maggiorenne attaccante diventare il più giovane marcatore della storia dei ‘Red Devils’ nelle coppe europee.

Sensibile, profondo, serio e misurato. Rashford è l’esempio di sportivo pensante, di ragazzo dai grandi valori, di voce potente e attiva nel panorama sociale internazionale.

Prima della fatidica lettera al Parlamento, il calciatore dello United si era già abbondantemente mosso nelle maglie filantropiche, aiutando in prima persona l’attività dell’ente benefico FareShare: associazione impegnata nella distribuzione di oltre tre milioni di pasti destinati alle famiglie britanniche più vulnerabili.

“Non si tratta di politica, si tratta di umanità. Tralasciando i propri credi politici, come possiamo non concordare sul fatto che nessun bambino debba andare a letto affamato? La carenza di cibo è una pandemia che può colpire intere generazioni se non facciamo qualcosa ora”

Una stella impegnata, capace di approfondire argomenti distanti anni luce dal ‘Teatro dei Sogni’ di Old Trafford, dai dorati campi della Premier League. Una sensibilità fuori dal comune che ha trascinato con sé un’infinita serie di consensi e approvazioni lungo tutta la Gran Bretagna.

Dopo la forzata inversione di marcia del governo britannico, Rashford ha commentato con un semplice: “Non so cosa dire. Guardate cosa possiamo fare insieme. Questa è l’Inghilterra del 2020”.

Questa è anche la generazione di giovani talenti sportivi che, grazie alla propria visibilità e personalità, può far mutare diametralmente scelte politiche e contesti sociali. Speriamo che in molti seguano l’esempio di Marcus Rashford.

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