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Maradona e il quasi gol più bello di sempre

Wembley, 1980. Nacque qui, grazie a un errore, l’inimitabile ‘Gol del secolo’

Ci sono episodi, momenti, situazioni che rimangono immortali nella storia: uno di questi è senza dubbio il “gol del secolo”, cioè quello messo a segno da Diego Armando Maradona il 22 giugno 1986. Episodio conosciuto anche da chi non mastica calcio, riguarda il momentaneo 2 a 0 dell’Argentina sull’Inghilterra nei Mondiali messicani, quarto di finale vinto 2 a 1 dai sudamericani.

Minuto 54, Héctor Enrique serve El Diez che, ancora nella propria metà campo, smette i panni del calciatore e indossa quelli dell’artista, iniziando a dare colpi di pennello sul prato dell’Azteca seminando avversari con una traccia incredibile e storica. Glenn Hoddle, Peter Reid, Kenny Samson, Terence Butcher e Terry Fenwick inutilmente provano a fermare Diego, che parte con una veronica e poi diventa una sorta di Stenmark del pallone, scartando gli anglosassoni in velocità come lo svedese faceva coi paletti. Evita infine l’uscita disperata del portiere Shelton spostandosi il pallone tra i piedi prima di insaccare quello che appunto è considerato il “gol del secolo”.

Un aspetto meno conosciuto ma altrettanto importante di questa gloriosa vicenda, avvenne sei anni prima, seppur in un contesto diverso, nella prima apparizione di Diego contro l’Inghilterra. Il fatto che questi due episodi siano collegati per un’incredibile somiglianza è assolutamente innegabile, così come Maradona stesso avrà modo di raccontare in futuro. Per conoscere il prequel del “gol del secolo”, dobbiamo tornare indietro al 13 maggio 1980.

Nel vecchio, e bellissimo, Stadio di Wembley, di fronte alle due torri e a 92.000 spettatori si affrontavano Inghilterra ed Argentina. Era un’amichevole utile ai britannici per preparare l’imminente Campionato Europeo, mentre per i sudamericani rappresentava la prima tappa del  tour europeo, non avendo poi nessun torneo ufficiale da disputare durante l’estate. La guerra delle Falkland-Malvinas non era ancora stata fatta detonare, i militari vi si erano insediati nel 1976, mentre dall’altra parte della “barricata” Margaret Thathcer era da poco più di un anno diventata primo ministro britannico. Si respirava dunque un’aria completamente diversa rispetto a quella dei Mondiali messicani, in cui l’Argentina sarà animata da un forte spirito rivendicativo dagli strascichi politici post conflitto. Inoltre, i 22 protagonisti in campo erano quasi del tutto diversi da quelli dell’86.

L’Inghilterra viveva un periodo straordinariamente prolifico a livello internazionale, con l’allora Coppa Campioni dominata dalle formazioni della First Division, e poteva schierare fior di campioni come Keegan, Clemence e Wilkins, giusto per citarne tre. Anche l’Argentina comunque scherzava meno di zero, vista la Coppa del Mondo vinta solo due anni prima (in un torneo però condizionato dal fatto di essere stato giocato proprio in Argentina con la giunta militare già al potere). Erano sei i titolari schierati da Menotti che avevano cominciato anche la Finale del 1978 contro l’Olanda; a questi “El Flaco” aveva aggiunto un ragazzo che solo pochi mesi prima aveva letteralmente dominato il Mondiale Under 20 disputato in Giappone. Facile capire che si parla di un allora imberbe Diego Armando Maradona, reduce dal trofeo di miglior giocatore della manifestazione iridata giovanile, chiusa con 6 gol in altrettante partite, compreso quello del definitivo 3 a 1 all’Unione Sovietica in finale.

Va detto comunque che in quel martedì pomeriggio londinese, Diego timbrava già la presenza numero 14 con la maglia albiceleste, ed è totalmente inutile sottolineare quanto il destino si sia divertito nel renderlo praticamente divino sin dalla più tenera età calcistica. Erano ancora lontanissimi i tempi di Barcellona e soprattutto Napoli, ma anche quelli del Boca Juniors, visto che nel maggio 1980 Maradona aveva appena concluso la sua terza stagione con la maglia dell’Argentinos Juniors, squadra porteña nel cui settore giovanile era entrato a 12 anni e con la quale a 15 anni aveva esordito in prima squadra.

Trasmessa dalla BBC, la gara è sin da subito ricca di occasioni, con il portiere argentino Ubaldo Fillol autore di due ottimi salvataggi, e dalla parte opposta il palo colto da Josè Valencia in contropiede. Poi, sempre nel primo tempo, l’episodio chiave del nostro racconto: Maradona riceve il pallone spalle alla porta sul lato destro della trequarti campo inglese, posizione dalla quale è praticamente impossibile essere pericolosi, considerando anche la marcatura di Phil Thompson. Con tre rapidissimi tocchi, tutti fatti con uno dei piedi sinistri più magici di sempre, El Pibe riesce a girarsi e sgusciare via a Thompson e all’accorrente Ray Kennedy, che possono solo prendere il numero di targa di Maradona, già ai tempi con il 10 sulle spalle. Saltati i primi due, Diego piazza un’accelerazione mostruosa e, sempre col pallone incollato al piede sinistro, passa in mezzo a Kenny Samson e Phil Neal, come se questi manco esistessero, con quest’ultimo che prova una disperata scivolata.

Sono dunque quattro gli inglesi fulminati in una ventina di metri, ubriacati dalla sua rapidità e coordinazione, quasi nemmeno capaci di opporsi al genio argentino ormai entrato in area con la stessa velocità di un caccia. A difesa della porta rimane solo Ray Clemence, eterno portierone del Liverpool, che tenta l’uscita. Vedendolo, Diego cerca di anticiparne la mossa colpendo il pallone con un delicato ed elegante esterno sinistro, il quale ha sì il pregio di tagliare fuori Clemence da qualsivoglia possibilità di intervento, ma ha anche il grande difetto di essere troppo esterno. Da posizione molto complicata, va detto, il tiro sibila a lato del palo per pochissimi centimetri, privando il giovane Maradona di un gol che sarebbe finito direttamente nella sua galleria d’arte, e che invece lo è rimasto solo in potenza.

Graziata da quella magia, l’Inghilterra chiuse il primo tempo in vantaggio con Johnson, autore anche del 2 a 0 in apertura di secondo tempo. Al 53esimo Maradona dopo l’ennesimo dribbling sfonda in area dalla destra, subendo il netto aggancio in scivolata di Sansom, per il rigore trasformato da Capitan Daniel Passarella, prima del definitivo 3 a 1 trovato da Keegan. Proprio con il Pallone d’Oro 1978 e 1979 Diego ebbe l’onore di scambiare la maglietta a fine partita (ma siamo sicuri che a fine carriera l’onore non sia stato maggiormente per l’inglese?), una  gara in cui il mondo scoprì lo sconfinato talento di questo riccioluto argentino che poi quel mondo se lo sarebbe conquistato a pedate.

La cosa clamorosa è, guardando l’azione del 1980 e quella del 1986, la drammatica somiglianza tra le due e l’impotenza del resto del mondo nei confronti del Diez. Proprio dalle sue parole si capisce come l’azione di Wembley gli sia servita per entrare nella storia a Città del Messico. Probabilmente senza il primo quasi-gol-del-secolo, non ci sarebbe stato il vero “gol del secolo”, visto che Maradona stesso raccontò successivamente di come l’aver scartato il portiere all’Azteca fu una mossa derivante dall’errore di sei anni prima, dove invece l’affrettato tiro di sinistro uscì di un soffio. Diego affermò anche di essersi ricordato delle parole del fratello Hugo, che nel 1980 aveva 7 anni, e che una volta ricongiuntosi con lui gli parlò di quell’errore sottolineandone la fretta nella conclusione. È davvero incredibile dunque pensare a come quello di Wembley sia stato un errore propedeutico per entrare nella storia dalla porta principale con il “gol del secolo”, ma chissà se quel pallone a Londra fosse entrato, su quale dei due sarebbe caduta la scelta…

Matteo Floccari

Sources & Credits

Photos sources: https://www.tuttocalcionews.it/accadde-oggi-22-giugno-1986-gol-del-secolo-maradona-con-linghlterra/ https://storiedicalcio.altervista.org/blog/diego_maradona.html

https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.goal.com%2Fes-ar%2Fnoticias%2Fcuando-maradona-se-puso-las-camisetas-de-brasil-e-inglaterra%2Fc2vfbm6gilo81cp15qxpip3c8&psig=AOvVaw1Rs1unROJoKEPSiNtA7kkR&ust=1606559780242000&source=images&cd=vfe&ved=0CAIQjRxqFwoTCIDtvNzDou0CFQAAAAAdAAAAABAD

 

Video sources: https://www.youtube.com/watch?v=1wVho3I0NtU https://www.youtube.com/watch?v=7HHf8o_99EI https://www.youtube.com/watch?v=eh8w3g0-QGo&t=134s

27 novembre 2020

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