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La pallacanestro è fedeltà. Giorgia Sottana

L’amore per la palla a spicchi, i valori, la forza dell’esempio. Intervista alla capitana della Nazionale

Parlare di pallacanestro con Giorgia Sottana pare un atto dovuto, una forma ciclica di devozione, una sorta di rituale da ripetere palleggio dopo palleggio, parola dopo parola.

È una relazione amorosa, quella tra la capitana ‘Azzurra’ e la palla a spicchi, un rapporto simbiotico, viscerale, puro.

Giorgia Sottana

La nuova point-guard del Famila Wuber Schio, ritornata a scivolare sui parquet italiani dopo anni di pellegrinaggio tra Francia e Turchia, trasmette già dal primo ascolto emozioni e verità: lo fa in maniera diretta, con la voce vibrante, senza sentire il bisogno di camuffare un passato e un presente dedicati alla più sacra delle religioni profane.

“È vero, la pallacanestro è il mio amore. Un amore che vivo fin da quando ero bimba. L’unica differenza rispetto a quei primi tempi è il livello di consapevolezza. Solo crescendo puoi prendere atto di quanto conti la pallacanestro, di quanto tu abbia ricevuto da essa, di quanto ti abbia cambiato rendendoti la persona che sei. Il nostro legame sentimentale è sempre in evoluzione: siamo come una coppia che negli anni vede scorrere il tempo e magari cambiare gli equilibri. Ciò che resta sempre, però, è la fedeltà reciproca”

Giorgia Sottana

Giorgia ha iniziato a maneggiare il cuoio seguendo la tradizione familiare, emulando il padre e il fratello in una terra, quella trevigiana, dall’humus cestistico altamente fertile.

Cresciuta all’ombra dei ferri e baciata da un talento sconfinato, rapidamente si è vista spalancare le porte della Serie A1, esordendo appena 15enne in maglia Reyer. Un balzo vertiginoso verso i più grandi palazzetti europei, uno scatto adolescenziale che la veneta ha sempre vissuto senza badare a tabù di genere e differenze di trattamenti.

“Non sono mai stata obbligata dai miei parenti a giocare, per farvi capire ancora oggi starei da sola a tirare per ore e ore. Mi sono sempre approcciata alla pallacanestro come a uno sport inclusivo, unico, senza differenze di sesso. Mai ho avuto dubbi sul fatto che i maschi vivano il basket esattamente come lo vivo io e come lo vivono tutte le altre giocatrici. Il basket è qualcosa che arde forte dentro tutti noi”

Ad ardere forte è anche la coscienza civile di Giorgia. Vicina ai 32 anni, ha infatti deciso di convogliare i suoi pensieri in parole, di sfruttare la sua visibilità, il suo palcoscenico mediatico per fungere da esempio, concentrandosi in particolare sulle nuove generazioni.

“Negli anni ho avuto modo di riflettere sulle svariate funzioni che possiamo svolgere noi atleti. Ciò di cui non ci si rende conto è che noi sportivi abbiamo un pubblico reale: in molti ci guardano, in molti ci ascoltano, soprattutto giovanissimi, e credo che a tutti loro vada lasciato qualcosa. Parlo di concetti, di valori civili, sociali, morali: dobbiamo usare i nostri palcoscenici, grandi o piccoli che siano, per fare del bene a chi ci circonda”

Giorgia Sottana

Creare valore, questo è il nuovo mantra di Giorgia Sottana. Un valore multiforme, come descritto anche nell’intenso video girato da Luca Taddeo per ON_. Un valore fatto di idee, opinioni, domande e soluzioni. Un valore fatto di cultura, come denota l’impegno di Giorgia nel giornalismo indipendente.

“Mi è sempre piaciuto scrivere e fotografare, mi permette di staccare, di liberare la mente. Durante la quarantena ho deciso di dare il via al progetto I AM Absolutely More: un media alternativo, dove gli atleti possono raccontarsi andando oltre le frasi di sorta, il superficiale. Ogni intervista, per me, equivale a scoprire una persona, a farmi ispirare da essa. Ad oggi sono più affascinata da come i miei colleghi si approccino alla vita, più che dai loro gesti tecnici sul campo, e provo a trasmettere questa fascinazione all’interno dei reportage che propongo. Credo sia un modo per farci sentire tutti parte di una macrocomunità. Una comunità che, in piccolo, vorrei si creasse nel mondo della pallacanestro italiana. Sono convinta che da soli si faccia ben poco: nel nostro mondo il potere è in mano ai giocatori e dobbiamo trovare il modo di sfruttare questo potere non come individui, ma come collettivo. Lottare per un valore comune, per una responsabilità sociale: questo è ciò che deve legarci”

Parole che rimandano inevitabilmente alla situazione oltreoceano, dove il fronte comune NBA sta ridisegnando le frontiere dell’incidenza sportiva su tematiche civili e sociali.

“È un atteggiamento che stimo, perché porta alla luce una situazione estremamente difficile. Avendo giocato con tante ragazze americane vi posso assicurare che il razzismo è qualcosa di insito nel loro Paese: è qualcosa che senti, che ti segna indelebilmente come essere umano. Amo il fatto che lo stiano facendo tutti insieme, nessuno si è tirato indietro, anche in WNBA: questo fa comprendere l’universalità e la forza di queste due leghe”

Una giocatrice matura, una donna matura. Giorgia Sottana ha trovato la sua collocazione nel mondo sportivo italiano: una veste chiara, che va oltre il jump shot dalla media e il campionato da affrontare. Lei, volto riconoscibile di un’intero movimento, vuole essere capitana ed esempio, voce e udito.

“Se fai un viaggio di consapevolezza arrivando a comprendere chi sei, quali sono i tuoi valori e cosa vuoi dalla vita… Beh, con queste basi trovo sia facile rivestire un ruolo”

E il ruolo di Giorgia, ormai, pare chiaro a tutti. Fortunatamente. 

Gianmarco Pacione

Credits

ON_ SportsAgency
Luca Taddeo
RiseUp Duo

28 settembre 2020

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