La Ferrari è tornata

“How far behind Leclerc? “It was another league today mate!”. Questo il botta e risposta tra George Russell, terzo classificato all’Australian GP, ed il team di Mercedes.
Un riconoscimento di manifesta superiorità proveniente da una delle scuderie più vincenti negli ultimi anni. Un attestato di stima che premia la programmazione, la pazienza e l’affidabilità con cui è stata concepita la nuova rossa di Maranello. Dopo aver conquistato il gradino più alto del podio a Melbourne ed in Bahrein, la Scuderia Ferrari è decisa ad inaugurare una nuova dinastia vincente.

Due anni di critiche e cocenti delusioni. Frustrazioni ed accuse che cancellano le sporadiche vittorie ottenute. Le stagioni 2020 e 2021 possono essere considerate come uno dei periodi più bui della storia ferrarista, dove la maggior parte degli addetti ai lavori e degli appassionati erano ormai pronti a recitare il de profundis al cavallino rampante.
In questa prima parte di stagione è invece cambiato tutto: due vittorie in tre gran premi, la classifica costruttori che recita già trentanove punti di vantaggio sulla Mercedes, al momento seconda. L’ira e la rassegnazione del campione del mondo in carica Max Verstappen che nonostante il primo posto conquistato a Jeddah pare quasi impotente di fronte alla solidità del passo gara della nuova F1-75 firmata Ferrari.
Una sorta di hybris automobilistica. Un reato di lesa maestà che la scuderia di Maranello sembra voler far pagare a caro prezzo a tutti i detrattori degli ultimi anni.

Il primo attore della rinascita ferrarista è senza dubbio Mattia Binotto, alla guida della Scuderia dal 2019. Un uomo di poche parole, costantemente concentrato sul proprio lavoro e pronto ad assumersi le personali responsabilità dopo ogni disfatta. Dal suo arrivo nel quartiere generale di Maranello è avvenuta una minirivoluzione interna: Binotto ha fatto fuori un pilota vincente ed esperto come Sebastian Vettel, puntando su due giovani talentuosi come Charles Leclerc e Carlos Sainz, con l’idea di iniziare un nuovo ciclo e di plasmare una dinastia vittoriosa.
Un cambiamento radicale che, com’era facile prevedere, non ha portato a risultati immediati. In assoluto silenzio e con la pazienza che li contraddistingue, Binotto ed il suo team hanno iniziato un progetto triennale, investendo tempo e risorse nella creazione di una nuova vettura altamente performante.
“Oggi la macchina era una bestia”, afferma entusiasta l’enfant prodige Charles Leclerc dopo la seconda vittoria stagionale. Il pilota monegasco, considerato da sempre un predestinato, sembra avere un grande feeling con la nuova F1-75. Un amore sbocciato già dai primi test, in cui sia Leclerc che Sainz si sono subito trovati a proprio agio a bordo della loro monoposto. L’assetto rigido e basso delle nuove macchine va difatti a nozze con lo stile di guida dei due piloti di casa Ferrari, ed i tempi in pista lo dimostrano.

Ora il roboante ritorno sotto i riflettori e la voglia di rivalsa dei tanti, famelici contendenti saranno sicuramente le maggiori insidie per il team italiano. La Ferrari potrà però trovare le soluzioni al proprio interno: l’umiltà e la razionalità con cui Binotto ed i suoi ingegneri approcciano ogni gara, abbinati alla fame agonistica di Leclerc e Sainz, potrebbero spianare la strada verso il terzo successo stagionale e, chissà, verso una stagione magica.
Di magia sarà senza dubbio inondato il prossimo GP, dove il cavallino rampante potrà contare su una spinta speciale, quella dei propri tifosi. All’autodromo Dino ed Enzo Ferrari di Imola, la rossa avrà il sostegno di ottantamila spettatori (i biglietti sono praticamente andati già tutti esauriti), di ottantamila credenti rimasti troppo a lungo a secco di vittorie e di emozioni.
La stagione è ancora lunga e due successi sono decisamente troppo pochi per incoronare la scuderia di Maranello e dare per scontato un mondiale che di scontato ha ben poco. Ciò che è certo, però, è che la Scuderia Ferrari è finalmente tornata a competere per il titolo, che il cavallino è finalmente tornato ad essere rampante.
Testo a cura di Filippo Vianello
Sources & Credits
Related Posts

Una meta fondamentale per le ragazze malawiane
Il nuovo progetto di Africathletics interamente dedicato al rugby femminile e ai suoi riflessi sociali

Stella Rossa Venezia, senza calcio non c’è vita in Laguna
Il calcio amatoriale è stato sfrattato da Venezia, ma tra i canali la resistenza sociale e sportiva è ancora viva

‘Baltic Sea’ KARHU e JNF si uniscono per la tutela del Mar Baltico
Athleta Magazine sarà Media Partner dell’evento che assocerà running e sostenibilità marina

Facce da Marmöl
La filosofia Marmöl Gravel nelle parole dei suoi protagonisti

Marmöl Gravel, ritratti di una festa gravel
Marmo Botticino, fatica, birre e dj set: a Brescia le due ruote vanno oltre la performance

Marmöl Gravel, la bici si fonde con il Marmo Botticino
Athleta Magazine sarà Media Partner di questo evento dedicato alle due ruote e al territorio bresciano

Serhij Lebid’, il cross come inizio di tutto
Grazie a Karhu siamo riusciti a parlare con l’ucraino 9 volte campione europeo di cross country

Franco Arese e Maurizio Damilano, il cross è per sempre
Due leggende dell’atletica italiana spiegano l’importanza degli European Cross Country Championships torinesi

La meraviglia podistica degli European Cross Country Championships
Insieme a Karhu abbiamo raggiunto la Reggia Venaria di Torino e ammirato l’elite del cross country continentale

L’Europa del cross country
Grazie a Karhu ritrarremo la nobile fatica del cross country agli Europei di Torino