Da Vitale Bramani alle innovazioni tecnologiche e all’impatto ambientale, viaggio nell’universo giallo della sicurezza outdoor

Albizzate è una località sospesa nel tempo, ha il volto del tipico paese del varesotto, antitetico se paragonato alle vicine frenesie milanesi. Eppure, l’essenza di questo placido luogo è attraversata da innovazioni e tecnologie, da una virtuosa ricerca futuristica iniziata nel lontano 1937 e tesa, oggi più che mai, verso la condivisione di una cultura fondata sulla performance, sicurezza e sostenibilità. È qui che ha sede Vibram, la visionaria azienda plasmata da Vitale Bramani e dal suo desiderio di connettersi al meglio con la montagna e la natura tutta. È qui che viene racchiusa l’essenza di un’eccellenza globale della creazione, così come della riparazione, di suole destinate all’universo outdoor e ai suoi eterogenei protagonisti.

“Il nostro fondatore era un grande alpinista e venne scioccato da un fatto preciso, avvenuto nel 1935. Stava affrontando una via sulla Punta Rasica insieme ad altri scalatori. A causa di condizioni meteo estremamente avverse, alcuni di loro non riuscirono a fare ritorno a casa”, racconta Federico Clerici, Sports&Outdoor Marketing Coordinator, accogliendoci tra mura che trasudano tradizione e progresso giallo, “Bramani cominciò ad analizzare le cause di quella tragedia e individuò uno dei maggiori problemi nella bassa qualità dei materiali delle scarpe. A due anni di distanza dall’incidente, grazie alla sinergia con Pirelli, venne creata la gomma che diede vita all’iconica suola carrarmato. Suola che nel 1954 entrò nella storia sportiva, equipaggiando gli scarponi Dolomite e conquistando il K2 insieme alla Spedizione Italiana”

Pubblicazioni specializzate e attrezzature tecniche circondano le parole di chi dà l’impressione di rappresentare non tanto un brand, quanto una filosofia. Paiono tasselli di un museo in costante divenire, dedicato all’incidenza che Vibram ha, fin dalla sua genesi, nel rapporto tra l’essere umano e ciò che lo circonda, lo sovrasta e lo sfida, affascinandolo e appagandolo. “Ora produciamo circa 300 modelli diversi di suole all’anno, nonostante la crescente connessione con il mondo lifestyle continuiamo ad orientare le nostre attenzioni verso la performance e la sicurezza. Per questo motivo testiamo, testiamo e testiamo. Vogliamo garantire prodotti di estrema qualità e, per farlo, ci affidiamo a 3 fasi complementari: il laboratorio e i relativi studi chimico-fisici, l’analisi in ambienti controllati e le prove in situazioni reali, legate al nostro Team di atleti e tester”

Quando fa riferimento al pool di sportivi legati a Vibram, Federico Clerici chiama implicitamente in causa anche sé stesso e i propri colleghi. Perché gli ampi spazi della sede di Albizzate sono attraversati da profonde energie e competenze atletiche. Chi lavora per Vibram lavora per la propria passione, e viceversa. Questa è l’originale impressione veicolata dalle molteplici testimonianze di professionisti che, nel tempo libero, si trasformano in sportivi outdoor. Esperti a tutto tondo, uomini e donne che vivono per e attraverso lo sport, traducendo esperienze e sensazioni personali nel proprio lavoro.

A rimarcare il concetto è il Tester Team Manager Vibram Giordano De Vecchi, scienziato alla costante ricerca della suola adatta ad ogni superficie, pendenza e condizione atmosferica: “È essenziale la nostra conoscenza sportiva. Nel nostro reparto, in particolare, dobbiamo interfacciarci quotidianamente con i tester esterni: ogni anno attiviamo circa 200 figure divise tra guide alpine, runner e altre tipologie di atleti. È fondamentale parlare il loro linguaggio, serve per processare al meglio ogni feedback e trasformarlo in nuovi design e miscelazioni”, rivela immerso in un ufficio uscito da un film Marvel, popolato da rampe di ultima generazione, simulatori di terreni e rilevatori di dati. “Lavoro qui da 8 anni e ho osservato vertiginosi progressi da un punto di vista tecnologico. Abbiamo introdotto tantissime migliorie, che permettono alle nostre suole di affrontare percorsi apparentemente inaccessibili. O meglio, che risultavano tali fino a poco tempo fa… Grazie ai test svolti qui e in ambienti esterni riusciamo a confrontare le misurazioni scientifiche con le percezioni umane. La valutazione soggettiva del livello di sicurezza è fondamentale, soprattutto se effettuata da atleti esperti. ‘Tester do it Better’, in fondo questo è il claim che accompagna il nostro lavoro”

Il Team Vibram, però, non si limita a testare le celebri suole dal dettaglio giallo. Successi e record sono difatti un altro capitolo centrale dell’azienda e dei suoi testimonial: lampi di superiorità atletico-tecnologica che, da un lato, spingono sviluppatori e designer al continuo miglioramento e, dall’altro, li ripagano concretamente, come conferma Lorenzo Cogo, Component Design & Development Coordinator: “È un’emozione vedere vincere gli atleti che utilizzano le suole su cui lavoriamo. Penso per esempio alle imprese di leggende come Kilian Jornet… Il prodotto finale che osserviamo in televisione o sui giornali è qualcosa su cui normalmente riversiamo per mesi le nostre attenzioni. Ecco perché ci sentiamo parte di queste imprese. Per i nostri design diamo la priorità alla funzionalità, ovviamente, soprattutto nel caso delle suole utilizzate per il trail. Sapere che i runner Vibram utilizzano le suole per 400, 500km, o addirittura oltre, ci garantisce costantemente di avere delle statistiche importanti su cui riflettere”.

Parlando di statistiche, numeri e palmares non hanno reso rarefatto o elitario l’ambiente di Albizzate. Inoltrandoci tra laboratori all’avanguardia, enormi e minuti macchinari, colorati stampi di gomma ed esperte mani, notiamo come la genuina tradizione Vibram tenga ancorata l’intera azienda ad una dimensione familiare. “È tutto unito, qui”, affermano coralmente gli esperti calzolai impegnati sia nella formazione di una nuova generazione di colleghi specializzati, che nella presenza attiva in occasione di manifestazioni sportive, vissuta a bordo dello speciale Mobile Truck di cui dispongono: “Abbiamo la sensazione che tutti i settori dell’azienda lavorino insieme. Vibram è un blocco unico, ognuno si sente coinvolto. Questo è un pregio insito nell’azienda fin dai suoi albori. Il nostro compito è quello di legare una pratica classica al nuovo corso delle cose. Il mercato della riparazione delle suole si è evoluto enormemente negli ultimi decenni e i nostri prodotti hanno giocato un ruolo chiave in questo sviluppo trasversale. Non è un caso che parte del nostro lavoro sia dedicato all’insegnamento. Al momento abbiamo certificato circa 200 calzolai premium sul suolo italiano: tutte figure preparate nella riparazione delle suole Vibram. Ma i nostri corsi sono ramificati in tutta Europa e in altri continenti, come Africa e Asia…”.

E la pratica di risuolatura è un sinonimo di sostenibilità: altro fondamentale pilastro della vision Vibram, che avevamo già avuto modo di esplorare e conoscere in occasione dell’evento organizzato congiuntamente con NNormal (rivoluzionario brand spagnolo legato al già menzionato Kilian Jornet) per celebrare la campagna ‘Repair if you Care’, lanciata quest’anno. Dare una seconda vita alle scarpe significa ridurre la produzione di rifiuti e il loro impatto sull’ambiente, aveva spiegato in quell’occasione lo Sport Innovation Global Director Vibram Jerome Bernard. Dare una seconda vita alle scarpe, significa fornire un servizio alla natura e perseguire concretamente l’approccio ‘The Sustainable Way’: parte integrante e costitutiva del pensiero Vibram, che oggi si sta espandendo in tutto il mondo, grazie ad un sempre più folto network di calzolai specializzati.

È un’onda gialla, quella di Vibram. Una propagazione d’intenti e volontà ormai giunta ad ogni latitudine del globo. Se lo storico polo di Albizzate risulta ancora essere il cuore pulsante del marchio dal logo ottagonale, l’intero universo outdoor è ormai divenuta la sua apolide patria. Una patria dove esportare conoscenze secolari, sofisticati avanzamenti e sensibilità ambientale: connubio cruciale per garantire una coscienziosa sicurezza a chi del mondo outdoor fa il proprio, adrenalinico, palcoscenico sportivo, ma anche a chi ne sta sempre più facendo la propria, rilassante, seconda casa. Suola dopo suola.

Testi di Gianmarco Pacione

Photo credits: Riccardo Romani