Le foto di MT Kosobucki raccontano di uomini che diventano aquiloni, e viceversa

È una danza ascensionale. Colorate correnti su grigi sfondi. Singoli corpi aggrappati a coraggiosi e tecnologici aquiloni. È una danza ascensionale. Le acque s’increspano ad ogni tocco della tavola, divenendo liquidi trampolini, liquide piste d’atterraggio. Tutto è silenzioso in questo anonimo specchio lacustre, tutto è ritmo e ipnosi. Alcuni uomini ballano sospesi a mezz’aria, i loro corpi si contorcono e distendono su note naturali, sprigionando eleganza, forza fisica, artisticità. Le loro vite sono sconosciute. Possono essere musicisti o finanzieri, architetti o funzionari, ma in questo palco interpretano un ruolo ben preciso, quello dei performer. Performer per sé stessi. Performer per le sparute macchine che tirano il freno a mano a pochi metri da riva, pronte ad essere incantate da questa dolce, spontanea coreografia. È una danza ascensionale. Muscoli tesi su pensieri astratti. Evoluzioni e trick che dipingono la plumbea tela invernale. È una danza ascensionale. È la danza del kite.

Photo Credits: MT Kosobucki
Text by: Gianmarco Pacione