Community, produzione visuale ed evoluzione, il creativo inglese che vive in simbiosi con le due ruote

“La fixie è una forma di libertà, permette di esprimere ciò che sono e il mio amore per le due ruote. É così semplice ed estetica, è una forma di movimento unica. Quando avevo 11-12 anni ho iniziato ad andare in BMX, poi, dopo un periodo di pausa ciclistica, ho scoperto questo mezzo grazie ad un amico meccanico. Subito mi sono chiesto cosa fosse e perché non avesse i freni. Appena ho capito qualcosa in più, il mio cervello è esploso. La sua semplicità, la possibilità di controllarla nelle strade di città, la presenza di una sola catena… Mi sono immediatamente innamorato di quest’oggetto, della sua funzionalità, del suo design e della community che ruota attorno ad esso. Da quando ho ricominciato a pedalare, non ho più smesso. La fixie ora è il soggetto principale della mia produzione artistica ed è il motivo per cui so di avere amici in ogni città del mondo”

Da Barcellona a San Pietroburgo, da Copenaghen a Berlino, le bici a scatto fisso per Rob Cairns ha ruoli molteplici. Questo rider e content producer londinese ha deciso di dedicare tutto sé stesso e la propria creatività ad un oggetto che rappresenta molto più di un mezzo di spostamento. Community dopo community, Rob sta intessendo una tela fatta di contatti umani, trick virali e sviluppo di un movimento consistente ad ogni latitudine del globo, riuscendo a intrecciare lo spirito underground di una scena di nicchia e la volontà di esplicitare le sue peculiari caratteristiche sociali, sportive e terapeutiche.

“Ho lavorato a lungo per una production company, poi ho avuto un periodo difficile e ho deciso di concentrarmi sulla mia salute mentale e fisica. Per questo mi sono nuovamente interessato al ciclismo, dedicandomi alla scatto fisso. Mi sono sentito un uomo nuovo. Ho avuto la fortuna di entrare a contatto con questo universo durante un periodo di grandi evoluzioni dettate dai social e, durante il lockdown, ho capito che per la mia salute non aveva più senso creare contenuti per altri, volevo creare contenuti per me stesso, legati alle mie passioni, e allo stesso tempo costituire una piattaforma che mi permettesse da un lato di elevare e raccontare la vasta community fixie, dall’altro di entrare in contatto con brand che abbiano visioni brillanti e credibili. All’inizio facevo tutto da solo, ora sto coinvolgendo sempre più rider e alcuni tra loro stanno imparando a fare foto e video… Mi sto divertendo e tutti i tasselli stanno andando al loro posto. La regola è semplice, più tempo dedichi a una cosa, più riesci a migliorarla. E questo mantra vale sia per skid e spin, che per la produzione visuale”

Dopo aver plasmato una chiara identità visuale, oggi il nativo di Newcastle sta trasformando la fixie in uno strumento di narrazione, spargendo i propri contenuti nelle piattaforme social e intercettando i pionieri, così come i novizi di quest’arte urbana. È un processo di propagazione di un’intera sottocultura, dei suoi valori, del suo stile e delle sue prospettive future. È una crescita organica, concentrata sulla celebrazione ed esaltazione delle due ruote nella loro forma più semplice e pura.

“Ci è voluto del tempo per trovare il giusto flow e ho avuto la fortuna di coltivare il mio occhio insieme ai ragazzi di FxD.BLN, con cui ho trascorso delle preziose settimane nella capitale tedesca, assistendo alla formazione di un fenomeno internazionale. Ora sto producendo contenuti giornalieri e documentari, sto aiutando nella conduzione di un podcast specializzato, ‘Slow Spin Society’, e a breve pubblicherò un libro. Non voglio semplicemente comunicare il valore estetico delle fixie, voglio raccontare l’atmosfera e le vibrazioni che circondano i rider, voglio creare contenuti che sviluppino precisi concetti e significati, voglio creare uno spazio positivo, narrativo e funzionale per la nostra community… Ed è sinceramente fantastico”

Photo Credits: Rob Cairns
Text by: Gianmarco Pacione