La nuova serie Netflix ‘BECKHAM’ ci permette di celebrare un esteta, una celebrità e un calciatore di culto

Non c’è migliore occasione dell’uscita della serie Netflix ‘BECKHAM’ per omaggiare un’icona che ha lasciato un segno indelebile tanto nella storia, quanto nell’estetica calcistica. E oltre. La duplice immagine di Beckham, pittore di traiettorie geniali e pop star, centrocampista senza pecca e celebrità globale, ha a lungo spaccato l’opinione pubblica, ma mai ha lasciato dubbi sulla naturale potenza comunicativa del londinese adottato da Manchester e dai ‘Red Devils’.

Jorge Valdano scriveva che “Beckham è due persone in una: è una persona quando gioca e un’altra nella vita. Fuori dal campo, come certi uccelli della Patagonia, fa una cagata ad ogni passo. Ma durante i novanta minuti mostra doti di concentrazione, buona capacità di partecipazione, abnegazione, solidarietà e un tiro che riesce a indirizzare dove vuole”; Diego Armando Maradona si limitava invece a definirlo come “Un altro troppo carino per andare in campo. Anche se è molto preso dalla sua Spice Girl, qualche volta trova il tempo di giocare e lo fa bene, molto bene… Con il Manchester ha vinto tutto, ma deve qualcosa alla nazionale”. Due pensieri coincidenti, che definiscono l’essenza della meteorica ascesa dell’attuale Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico e proprietario dell’Inter Miami CF, oltre che multiforme imprenditore.

Perché Beckham fu contemporaneamente 7 e ‘Spice Boy’. 23 e ‘Galácticos’. Fu le Adidas Predator e il piano sequenza delle sue punizioni. I capelli biondo platino e l’evoluzione stilistica. Fu lo sbarco in Italia, Francia e USA. Fu una sensazione di bellezza. Una pubblicità ambulante. Victoria. Un vincente per ogni club. Un perdente per molti inglesi. Fu, semplicemente, uno degli atleti più influenti e ricercati dello sport moderno, una stella capace di modificare ogni legge di mercato e di demarcare un’intera era calcistica. Opera che sta continuando ancora oggi, definendo anno dopo anno i (anche controversi) capitoli di una legacy estetica destinata a durare per sempre.

La serie ‘BECKHAM’, diretta dal premio Oscar Fisher Stevens, spiega le origini e l’evoluzione di questo fenomeno di massa che, a 48 anni d’età, non ha ancora smesso di dettare canoni e trend. L’eredità di ‘Becks’, però, non è fatta di sole luci e successi, ma passa anche attraverso le umili origini, il lato oscuro della fama, la depressione e il personale disturbo ossessivo-compulsivo. Ogni perfezionista, in fondo, nasconde crepe. E ogni leggenda si crea attraverso difficoltà, incomprensioni, fallimenti e momenti di debolezza. Ora possiamo scoprire quelli di David Beckham.

Credits
Netflix

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Testi di
Gianmarco Pacione