Dalla Pianura Padana alla montagna e ai grandi cammini. Con Omero la fatica è un mezzo per raggiungere l’estasi

Il silenzio di un bivacco abbandonato al soffio del vento, il terreno incerto su cui poggiare piedi, ruote, riflessioni. È l’atavica ricerca dell’abbandono sensoriale, della comunione con la natura, della simbiosi con l’elemento selvaggio.

È l’intima scoperta. Oltre la retorica, oltre la banalizzazione di essa.

“In alcuni luoghi riesci a meditare e a trovare te stesso”, dice Omar Martinello. Ha i capelli lunghi e il sorriso tipico di una ribellione cristallizzata nel tempo, innocente e sincera, mai sopita.

“In montagna riesci ad assaporare la natura, le sue forme semplici. Riesci a trovare nella spontaneità dei piccoli gesti, come accendere un fuoco, il modo per stringere legami sociali, connessioni umane”

Omero, questo il suo soprannome, ha deciso di narrare visivamente i suoi viaggi, le sue meditazioni. L’ha fatto sfuggendo alla piatta Pianura Padana, alla routine lavorativa di una pasticceria di provincia.

“Volevo prendermi un anno sabbatico dopo un lungo periodo di lavoro. Ho creato un canale YouTube dedicato alla montagna e ho iniziato a produrre video di viaggi low cost. Bivacchi, paesaggi, sentieri, strade impervie sulle due ruote… Volevo dimostrare che si possono fare moltissime avventure anche partendo da casa, dalla mia Caselle di Selvazzano, per esempio”

Una telecamera in mano, un drone a fendere le nuvole, una bici e le proprie scarpe a tastare terre segrete, terre sottovalutate. Quelli ritratti da Omar Martinello sono patrimoni da trasmettere, ricchezze raramente svelate.

Sono i Monti Sibillini, le Tètriche rupi cantate da Virgilio, sono il bivacco Luca Vuerich, rifugio nel cuore delle aspre Alpi Giulie, il Groppa Pastour, arrossato punto metallico nelle Prealpi Bellunesi.

Sono luoghi fuori dal tempo, tanto modesti, quanto di valore inestimabile. Beni di facile accesso, che Omero si è fatto carico di cantare tramite montaggi accorti e incalzanti, restituendo ad una community amplificatasi negli anni confidenze sia pratiche, che intime.

“Cerco cime e montagne che normalmente interessano a pochi, cerco luoghi sperduti o sconosciuti. Mi fa stare bene il riuscire a trasmettere quello che provo durante queste avventure. Solitamente non ho scalette, tutto è inventiva, tutto è adattamento a ciò che succede. Poi, quando torno a casa, mi metto subito a lavorare sui file: voglio che le emozioni siano ancora fresche e che diano un’impronta al video. Vedere che tante persone vengono smosse e, in qualche modo, ispirate da ciò che faccio mi rende felice”

Oltre ad ispirare, i video del ventiseienne padovano hanno spinto una parte dei suoi affezionati ad infrangere le barriere virtuali e a chiedere l’organizzazione di uscite condivise.

Ómero in queste avventure di gruppo ha percepito, forte e pervasiva, la maturazione di un altro grande capitolo della propria vita: quello da guida escursionistica professionista.

“È stata un’affascinante e costante evoluzione di ciò che avevo iniziato a fare senza troppe pretese. Se prima potevo comunicare con il mio pubblico solo attraverso uno schermo, poi ho iniziato a camminare al fianco delle persone che mi seguivano sui social e, infine, ho sentito la volontà e la necessità di rendere questa passione un lavoro. Chi viaggia con me credo apprezzi il mio essere genuinamente socievole, il fatto che provi a creare rapporti privi di sovrastrutture, molto semplici”

Migliaia di visualizzazioni, migliaia di chilometri. Per Omar la fatica si è tramutata in mezzo per raggiungere l’estasi, il sublime. Mete impossibili da analizzare con gps e cardiofrequenzimetri, mete emotive, mete che hanno condotto lo zaino di Omero anche sullo sterrato cammino di Santiago e che, nel prossimo futuro, lo porteranno a fronteggiare i lunghi cammini italiani e americani.

“Mi alleno ogni giorno correndo, andando in bici e arrampicando. La preparazione atletica mi permette di viaggiare con tranquillità, di non sentire la stanchezza, di vivere bene il viaggio nella sua interezza. Ora voglio dedicarmi in primis all’Italia: ci sono moltissime parti che non ho ancora visitato ed è assurdo quante cose ci siano da vedere nel nostro Paese. Per esempio alcune alte vie e il cammino ‘Con le Ali ai Piedi’ sono i miei prossimi obiettivi. Poi penserò a progetti più grossi, come tornare sul cammino di Santiago partendo in bici direttamente da casa, o come qualche cammino molto impegnativo americano, tipo il PCT”

È l’intima scoperta. Oltre la retorica, oltre la banalizzazione di essa. Trapela questo dalla voce di Omar Martinello, trapela la volontà di condividere qualcosa in più di un semplice percorso, di un panorama fine a sé stesso.

La sua, in fondo, è una ribellione particolare. È la ribellione della condivisione, è la ribellione di una simbiosi con la natura che non può e non vuole essere un atto egoistico.

Credits

Ph RISE UP
IG @riseupduo
riseupstudio.com

Text Gianmarco Pacione

Omar Martinello
IG @omarmartinello
YOUTUBE CHANNEL bit.ly/OMEROyoutube

BROOKS ENGLAND
brooksengland.com