L’evento di Runaway spiegato dai suoi protagonisti

Sudano le voci nella notte milanese. Alcuni corpi sfrecciano in ritardo sui marciapiedi di via Ugo Bassi, cercando ancora il traguardo di un frenetico e tangibile videogioco metropolitano. Mind the Gap mette alla prova l’essenza di ogni runner. Corpo e mente. Razionalità e irrazionalità. Egoismo e altruismo. Tra un checkpoint e l’altro ogni dettaglio brucia energie, ogni fattore è determinante per risolvere l’ennesimo enigma teorizzato da Runaway. Usano queste parole gli sfiancati protagonisti MTG, condividendo emozioni e visioni, mentre gelide birre passano di mano in mano. Fatica e frustrazione paiono già un ricordo lontano, cancellato dal senso di community che pervade l’afosa pace milanese. È in questo momento, subito dopo l’estasi o il dolore del cronometro bloccato, che prende forma il vero significato di questo evento. Ascoltiamolo.

Vinicio Villa

"È andata inaspettatamente bene, non pensavo di vincere, anche perché arrivavo da una gara provante sullo Stelvio. Mind the Gap è totalmente diverso da quello che faccio di solito. È devastante, perché non sai mai a che ritmo andare, ma allo stesso tempo è eccitante, perché ad ogni checkpoint provi l’ebrezza di doverti orientare. Ti leghi ad altre persone, anche a sconosciuti. Per esempio ho corso per qualche chilometro con un ragazzo che conosceva meglio di me i checkpoint. Mi ha aiutato e gli ho detto che, se fossimo arrivati insieme, l’avrei fatto vincere. Purtroppo ha avuto più cuore che gambe. Sono milanese ed è bellissimo vivere la città così. D’estate le notti sono deserte, riesci a sentirti realmente parte di Milano, nella parte di tracciato che seguiva i grandi viali mi sono realmente goduto ogni secondo”

Beatrice Bianco

"Normalmente non giro per Milano di notte, è bello esplorare strade che non ho mai fatto e vedere la città così vuota. Quando corro nel traffico mi sembra tutto enorme e confuso. In momenti come questo, invece, Milano sembra piccolissima. L’energia è pazzesca nonostante sia un lunedì sera di luglio. È fantastico che ci sia questo interscambio tra crew e persone differenti. Molti di loro non si sarebbero conosciuti senza Mind the Gap. Ho iniziato la gara spingendo per vincere, ma ho finito godendomi il percorso insieme ad un’altra ragazza. Siamo state fianco a fianco quasi sempre, quando ci rivedremo ci ricorderemo sicuramente di quest’esperienza”

Artem Danko

"Sono fortunato, perché conosco i ragazzi di Runaway da tempo e ho partecipato a tutte le edizioni di Mind the Gap. All’inizio era adrenalina pura e i checkpoint erano decisamente più facili da trovare. Poi hanno evoluto il format e adesso ho come la sensazione di lanciarmi verso l’ignoto. È necessaria molta strategia, ho imparato a creare connessioni con gli altri, perché altrimenti rischio di bruciarmi o di trovare sorprese inattese. Durante MTG la testa vale quanto le gambe. Sono un milanese adottivo, abito qui da 7 anni e amo il fatto che questo evento abbia una vibe newyorchese o londinese, ma che allo stesso tempo abbia una giusta dimensione familiare. Format come questo mettono Milano allo stesso livello delle grandi metropoli internazionali, dei loro movimenti e delle loro crew. Mind the Gap mi ha soprattutto permesso d’incontrare tantissimi amici, e credo sia il risultato più importante”

Maria Vittoria Nanut

"Sono arrivata qui con la voglia di vincere, ma avevo un po’ di timore, perché in una gara del genere è quasi impossibile sapere se stai calcolando il percorso giusto e se stai seguendo la giusta direzione. Per quasi tutto il tempo mi è sembrato di essere dentro un videogioco. Sono di Gorizia e per metà slovena, ho iniziato a correre solo un anno fa, quando mi sono trasferita a Milano, per me è fantastico entrare in contatto con un contesto del genere. Per questo ringrazio Floriano Macchione, che mi ha introdotto a Runaway e al MTG. È strano condividere una gara di questo tipo con così tanta gente e sono stupita delle tantissime ragazze presenti. Lungo il percorso ho capito che è importante fare di testa propria, anche quando ci si connette con altri runner… Credo sia il modo migliore per provare a vincere. Questa volta mi è andata bene, vedremo come andrà la prossima edizione”

Ippolito Pestellini

"MTG è un format bellissimo, perché fa tantissima comunità. Mancano questi aggregatori in Italia ed è significativo che qui si riuniscano crew differenti, che normalmente corrono in luoghi diversi. Qui ti affidi agli altri e gli altri si affidano a te, c’è una fusione unica tra solidarietà e competizione. MTG non è solo performance, è anche lucidità e pianificazione. È un modo unico di correre di notte attraverso la città, di vederla con prospettive spaziali atipiche e veramente uniche. Sono un architetto e, ogni volta che partecipo agli eventi organizzati da Runaway, penso che sarebbe bellissimo fare una mappatura di tutte le cose che hanno inventato negli anni: vedremmo una città parallela, la città dei runner, un’altra Milano. In fondo credo che in ogni città convivano tante città, questa è solo una”

Photo Credits: Riccardo Romani
Text by: Gianmarco Pacione