Il surf, la musica, la creazione di contenuti. Intervista alla poliedrica artista francese delle acque
“L’oceano è stato essenziale nel coltivare la mia anima artistica. Penso che più di tutto mi abbia aiutato come essere umano. Nell’oceano non puoi forzare nulla, devi attenerti a ciò che decidono le onde, a ciò che decide l’elemento che ti circonda, che ti sostiene. Si tratta di energia. Accade lo stesso nella vita, nella musica”
Equilibri oceanici, equilibri sinfonici. Surfare sulle note, suonare tra le onde. Lee-Ann Curren è chitarra e tavola, è una giovane donna divisa tra sport e musica: una doppia anima coltivata per lungo tempo e oggi giunta ad una perfetta maturità, una maturità libera da vincoli imposti e obblighi di prestazione, una maturità indipendente e creativa.

Figlia d’arte della leggenda mondiale del surf Tom Curren, Lee-Ann è cresciuta in una famiglia che delle correnti oceaniche ha fatto la propria casa, oltre che la propria fortuna. La madre, gli zii, persino i nonni, tutte figure in qualche modo legate all’antica pratica sportiva polinesiana, tutte figure che hanno permesso a Lee-Ann di comprendere precocemente il valore dell’eterna danza acquatica.
“Sono stata fortunata a crescere nell’acqua. Ora non posso vivere lontano dall’oceano. Fa parte della mia vita, del mio tutto. Quando sono tra le onde mi pervade una profonda sensazione di calma, osservo la linea dell’orizzonte e ammiro il movimento tranquillo, evocativo, di tutto ciò che la circonda. Appena vedo un’onda provo le stesse sensazioni di quando avevo 6 anni, penso sia un qualcosa di stupendo”

Per Lee-Ann era impossibile pensare ad un’infanzia distante dalla tavola da surf. Questione di sangue, questione di predisposizione naturale. Eccola così entrare ben presto nei grandi circuiti mondiali, in quelle vorticose competizioni che dagli equilibristi delle acque pretendono risultati, oltre che leggerezza.
Risultati che, inevitabilmente, conducono a pressioni, che in alcuni casi possono snaturare gli ideali alla base di una forma atletico-culturale, prima che sportiva. Un processo che Lee-Ann ha preferito fermare, preferendo alla gloria di una medaglia la libertà della proprie passioni, del proprio poliedrico estro.
“Ho raggiunto l’apice delle mie competizioni sportive verso i 18 anni, ero sempre in viaggio, sempre impegnata in qualche gara, mi sono resa conto che mi mancavano troppe cose. Più di tutto mi mancava la musica. Ho cominciato a suonare a 12-13 anni. Con mia madre ascoltavamo musica tutto il tempo, mio padre invece suonava: lui viveva in California, io ero in Francia, ricordo che quando andavo a trovarlo entravo sempre in garage per provare i suoi strumenti. Il surf ad alto livello mi aveva portato fuori fuoco, quando surfi troppo e troppo a lungo si perde un po’ di magia. Così ho deciso di riconnettermi con la mia band liceale e di ricominciare a registrare. La mia vita è immediatamente cambiata in meglio, contemporaneamente però la mia mente non riusciva più ad essere focalizzata sulle gare. A quel punto ho deciso di concentrarmi sul free surfing e sulla musica”


La musica di Lee-Ann, cantautrice dalla voce e dalle capacità compositive estremamente raffinate, non ha voltato le spalle alle onde, anzi, ne ha tratto e ne trae costantemente ispirazione.
“Crescendo tutte le mie canzoni preferite erano in qualche modo legate a film e video di surf. Le due cose per me sono sempre state connesse. D’altronde imparare a surfare è come imparare a suonare uno strumento: ci vuole pazienza, devi spendere molto tempo e impegno, devi desiderarlo interiormente. Inoltre c’è un influenza cinematografica molto forte, documentari e film inerenti alla cultura del surf sono sempre accompagnati da colonne sonore stupende, da canzoni iconiche: per questo motivo, credo, tanti surfer sono vicini alla musica. Le ultime canzoni che ho pubblicato sono composizioni piuttosto lunghe. ‘Conversations’, per esempio, parla della mia evoluzione e di diversi periodi della vita. È un pezzo molto introspettivo, dentro cui ho messo tutto. Ora voglio provare a scrivere canzoni più brevi che centrino direttamente il punto”
Oltre a surf e musica, i recenti impegni lavorativi hanno condotto Lee-Ann anche nell’ambito della creazione di contenuti. Spinta e sponsorizzata da Vans, questa 32enne francese alterna le sue giornate tra sala prove, onde e produzioni video. Una vita piena, multiforme, sicuramente stimolante
“Sono molto fortunata nell’avere uno sponsor che mi permette di fare tutto questo. Ora, per esempio, con Vans sto portando avanti un progetto tutto al femminile, ‘Cadavre Exquis’. È la produzione di un video concentrato sulle esperienze di diverse surfiste sparse per il mondo. Sento di essere in un costante learning-mode, sento di volermi sporcare le mani, e mi piace. Ovvio, a volte non sento di surfare o suonare al meglio, ma l’importante è essere consapevole del fatto che posso esprimere pienamente me stessa. Oltre a questo progetto con Vans, che spero possa essere replicato l’anno prossima, tra pochi mesi usciranno delle mie nuove canzoni e spero di tornare a suonare live, con qualche concerto. In tutto questo il surf continuerà ad essere una componente fondamentale della mia vita, delle mie giornate”

Credits
Lee-Ann Curren
IG @lacurren
Ph by Thomas Lodin
IG @thomaslodin
Testi di Gianmarco Pacione
Video Youtube