Il gruppo di pioniere boliviane capaci di unire skate e rivalorizzazione culturale, trick e rivoluzione sociale
Lo skate può essere uno strumento di emancipazione, di identificazione culturale, di connessione con la storia di un’intero Paese, di rivoluzione ed empowerment femminile. A Cochabamba, Bolivia, esiste un gruppo di ragazze che attraverso la tavola sta raggiungendo tutti questi risultati. Sono il collettivo ImillaSkate, sono giovani donne capaci di fondere vibrazioni contemporanee, radici andine, ribellione e progresso sociale. Hanno trecce lunghe e nere e indossano le ‘polleras’, le tipiche gonne che hanno colorato tantissime boliviane, specie delle zone rurali, negli ultimi secoli. In equilibrio sulle loro tavole professano messaggi chiari e universali, che ci comunicano ad un oceano di distanza.

“Lo skate è per tutti, non contano il tuo status sociale, il tuo Paese d’origine, il colore della tua pelle o il tuo genere. L’importante è sentirsi parte di una grande famiglia, è parlare un linguaggio universale. Lo skate è un’arte che ci permette di diffondere messaggi essenziali. La cultura andina e l’inclusione sociale sono una parte dei temi che tocchiamo con il nostro impegno collettivo. La nostra identità, l’identità ‘Chola’, l’identità di ogni donna boliviana, è il fulcro di tutto. Lottiamo per l’empowerment femminile, per abbattere lo stigma del machismo. Questo stigma è presente non solo in Bolivia, ma in tutto il Sudamerica. Nel nostro continente l’abuso e il femminicidio sono all’ordine del giorno, per le donne non c’è equità sociale e non c’è una vera e propria libertà. Richiamiamo l’estetica delle ‘mujeres de polleras’ perché a loro è vietato studiare all’università e lavorare in contesti evoluti. Queste donne sono emarginate e discriminate. Oggi sempre più ragazze stanno abbandonando o camuffando le proprie radici per adattarsi al mondo contemporaneo, perché non possono mostrarsi per quello che sono. Noi facciamo l’opposto, evidenziando il fatto che sono solo le qualità e le capacità individuali a contare… È importante la sostanza, non la forma”.


Dalle parole di queste giovani skater traspare una potente necessità: la necessità di cambiare il futuro partendo dal passato. Tradizioni e riforme nella loro quotidianità seguono lo stesso ritmo di trick e run, diventando un’unica, folklorica forma d’attivismo. La Bolivia è l’inatteso epicentro per le multiformi attività di questo collettivo: attività che stanno ispirando tantissime ragazze boliviane, ma anche community sparse in tutto il continente. Perché il progetto Imilla Skate riesce ad essere contemporaneamente locale e internazionale, ad unire la dimensione territoriale con l’esempio trasversale.


“La skate culture è arrivata in Bolivia nei primi anni ’90, come uno sport clandestino legato alla ‘calle’. Per molto tempo le donne non hanno usato la tavola. Poi sono spuntate alcune pioniere e, grazie al loro esempio, abbiamo deciso di creare il nostro collettivo. Vogliamo essere un esempio per le ‘ninas’ del nostro Paese e mostrare loro che possono praticare questa forma d’arte urbana. La reazione della nostra città è stata da subito molto positiva, stiamo riuscendo a cambiare la mentalità della gente e stiamo diffondendo i veri valori dello skate. Lo skate insegna che non importa quante volte cadi, puoi sempre rialzarti, e che volontà e perseveranza possono permetterti di abbattere qualsiasi barriera fisica e mentale. Sono delle metafore che possiamo applicare alle nostre vite e alle nostre battaglie sociali. Tante donne si sentono più libere grazie a Imilla, sono più sicure, negli ultimi anni abbiamo migliorato la nostra organizzazione e siamo riuscite a far partecipare 5 ragazze in eventi internazionali. Tutto è cambiato da quando lo skate è diventato uno sport olimpico, ma in generale sempre più bambine si stanno avvicinando a questo sport. È un effetto domino. Stiamo cercando di creare una rete latinoamericana di skater: Argentina, Paraguay e Brasile sono alcuni dei Paesi dove sono presenti collettivi analoghi al nostro. Non siamo ancora riuscite a viaggiare in questi luoghi, perché tutte noi lavoriamo o studiamo, magari un giorno ci riusciremo… Per il momento è fondamentale concentrare i nostri sforzi qui, in Bolivia. Vogliamo essere un appoggio non solo per chi vuole fare skate, ma per intere comunità. Stiamo sviluppando progetti come un centro culturale, stiamo coinvolgendo artisti urbani e musicisti, stiamo aiutando bambini che hanno avuto problemi durante le loro infanzie. Perché lo skate è un’arte, un’arte che deve aiutare“