Grazie allo Spikes Tour, abbiamo intervistato la talentuosa mezzofondista e brand ambassador HOKA
La corsa di Giovanna Selva è diretta e cristallina, priva di manierismi contemporanei, come il suo pensiero. Nata il 17 settembre 2000 ad Ossola, cresciuta nel piccolo centro di Druogno e tra le valli che legano dolcemente Italia e Svizzera, questa mezzofondista pare l'incontaminato manifesto dei suoi territori.
Incontriamo le parole di Giovanna, già a podio negli Europei di Cross U23 e nei Mondiali Juniores di corsa in montagna, sulla pista di Alzano Lombardo, dove è protagonista dello Spikes Tour organizzato da HOKA: evento itinerante che permette ai giovani atleti di varie città italiane di scoprire e testare le scarpe chiodate Cielo X2 MD e Cielo X2, ultime innovazioni da pista del brand nato sulle Alpi Francesi, non troppo distante dai luoghi dove ha avuto inizio la storia di Giovanna.



"La mia storia con la corsa nasce grazie allo sci di fondo e, purtroppo, a causa del cambiamento climatico... Il fondo mi ha permesso di conoscere l'atletica, perché gli allenamenti variavano in base alla stagione. Poi la neve è scomparsa dalle 'mie' montagne e ho dovuto fare una scelta, optando per il running. All'inizio le sensazioni erano un po' altalenanti, ma i tecnici che ho incontrato mi hanno fatto innamorare di questo sport, introducendomi alla tecnica e alla pista, dove sono entrata per la prima volta a 15 anni. Sono sempre stata ispirata dalle persone che mi stavano vicino, non dai grandi atleti. Parlo di mia madre, ex fondista, mio padre e mia nonna, che ancora oggi, a 83 anni, porta avanti il suo bar senza fermarsi un secondo. Non pensavo potessi avere una vera e propria carriera, ma quando mi sono classificata terza ai Campionati Italiani di corsa in montagna ho realizzato che qualcosa, in fondo, si poteva fare. Quel podio mi ha automaticamente qualificata ai Mondiali. L'ho scoperto a gara conclusa e mi sono quasi scusata con il selezionatore, ricordo di avergli detto che non mi sarei offesa se avesse deciso di non portarmi..."

Nonostante il tartan non sia la sua casa natia, Giovanna sta evolvendo la propria parabola tanto a contatto con la natura, quanto tra le corsie, segnando ciclici personal best e abbattendo muri dopo muri, come dimostra la recente discesa sotto i 33 minuti sui 10km. Un'evoluzione ibrida e vertiginosa, che passa dal raffinamento tecnico, ma anche dallo studio della propria mente e delle proprie sensazioni.
"Nei boschi vicino casa ho iniziato a correre, in quegli ambienti ho sentito e continuo a sentire i miglioramenti del mio corpo. Ci torno spesso da sola. Lì vivo gli allenamenti come una forma d'esplorazione: cerco nuovi sentieri, ammiro animali di tutti i tipi, la mattina presto anche i cerbiatti, e ascolto le mie gambe mentre spingono in salita. Nei boschi si sente sempre qualcosa in più. È come se fossi sempre alla ricerca di qualcosa... In pista è tutto diverso. Se nei boschi mi stimola il senso di libertà, nella pista amo invece la cura della precisione, il rapporto spazio-tempo e il fatto che non ci sia margine d'errore. Ho 23 anni e sono consapevole di essere nel pieno di un processo di maturazione tecnica e mentale. Sono solo all'inizio, immagino sarà molto lungo"


Oltre ai pilastri portanti del proprio presente e futuro podistico, Giovanna sta sviluppando anche una carriera lontana dai tempi e dai traguardi, ma non dalle pressioni, come studentessa di Medicina. È difficile essere un'atleta di spessore internazionale e, contemporaneamente, immergersi sui libri o nelle sale operatorie, ma non è impossibile, ci spiega con una saggezza lineare, rifuggendo immediatamente il concetto di role model.
"Ho sempre voluto iscrivermi a Medicina. Quando l'ho fatto non avevo ancora raggiunto questi livelli sportivi. Adesso è tutto abbastanza complesso. Ho appena concluso due settimane di tirocinio e sono stati giorni di fuoco: mi svegliavo, mi allenavo, stavo in ospedale tutto il giorno, mi allenavo per la seconda volta e andavo a letto. Mi sono fatta il mazzo, ma ogni sera ero euforica. Credo non esista sensazione paragonabile alla massima stanchezza: quella stanchezza che ti fa desiderare di andare a letto e di ricominciare daccapo il giorno seguente. Mai ho pensato di poter ispirare qualcuno con la mia 'doppia vita', ultimamente però stanno succedendo tante piccole cose che mi permettono, giorno dopo giorno, di comprendere quanto le persone tengano a me. Quando dei bambini mi chiedono l'autografo, per esempio, o mi parlando delle loro esperienze, sento un misto di responsabilità e motivazioni"

E queste scene si ripetono anche ad Alzano Lombardo, dove una folta community di atleti locali ha la possibilità di condividere le nuove scarpe chiodate HOKA con questo affabile talento Azzurro. Il mondo bidimensionale di Giovanna, in equilibrio tra boschi e piste, carriera sportiva e accademica, si divide anche tra sforzi individuali e condivisione collettiva.
D'altronde non può esistere il running senza il gruppo, conferma la mezzofondista facendo riferimento al Seve Team, squadra piemontese con cui condivide gran parte del suo lavoro settimanale. Così come non può esistere la performance senza la giusta scarpa, aggiunge appena prima di lanciarsi in un affollato allungo, plaudendo l'opera di sensibilizzazione del brand che rappresenta.



"Il collettivo nel running è fondamentale. La presenza di altre persone mi aiuta in fase d'allenamento, soprattutto quando devo svolgere lavori che non riuscirei mai a fare da sola, ma anche prima e dopo la pista. Non siamo solo atleti, siamo persone. Gli scherzi, gli spuntini e le chiacchierate mi fanno venire voglia di continuare a correre anche quando sono stanca o acciaccata... Il Seve Team è tutto questo per me, e sono felice che HOKA abbia recentemente deciso di supportare questa squadra della mia terra. Non sono sorpresa, perché la sensibilità del brand nei confronti delle community è incredibile. Legarmi ad HOKA è stato un passo enorme, che mi ha fatto sentire importante. Partecipare ad eventi come lo Spikes Tour, invece, mi rende semplicemente felice: sensibilizzare e sviluppare le conoscenze dei giovani atleti è un qualcosa di prezioso. La scarpa è l'unico prodotto essenziale per ogni corridore, e in un mondo di marketing online è cruciale testare e comprendere le caratteristiche delle tue 'compagne' di corsa, a maggior ragione se si tratta di scarpa di chiodate. HOKA è vicina ai runner, e sono felice di poterlo essere anch'io"