L’artista francese, maestro del tufting, che nei suoi tappeti sprigiona energia e sublima i motori

“Lavorare con la lana è molto diverso rispetto a pitturare. Ogni volta vivi un’esperienza tattile unica. La lana ti regala sensazioni e colori senza pari, i pezzi che creo mi sembrano sempre magici. Mi sento più un artigiano che un artista, amo esplorare nuove tecniche e sfidarmi: sono diventato designer di tappeti così, curiosando tra alcuni video di YouTube e scoprendo la tecnica del tufting, che poi non mi ha più abbandonato…”

Il primo termine che si può associare al pensiero e alla filosofia artistica di Tommy Lhomme è energia: un’energia incontenibile, dirompente, vibrante. Per questo artista, o meglio, artigiano francese che ama definirsi come un navigante trasportato dalle onde dell’arte, del design e degli oggetti, non esistono fratture tra passato e futuro, ma compromessi virtuosi: punti d’incontro da cui scaturisce un’atipica sperimentazione creativa dove pittura e lana, nostalgia e progresso, figure e materiali continuano a mischiarsi e a coesistere, sprigionando inconsuete vibrazioni.

“Non ho ricevuto una vera e propria educazione artistica. Sono cresciuto a Marsiglia, una città estremamente creativa, facendo graffiti ed esplorando la fotografia. Mi piaceva andare nelle zone più marginali della città e ritrarre i luoghi e le persone che le popolavano. Dopo aver lasciato una scuola d’arte a Parigi mi sono dedicato alla pittura, ma non mi bastava, volevo provare qualcosa di nuovo, così ho scoperto il tufting e ho lavorato sui miei primi tappeti. Il processo è duale, è sia digitale che materiale. Inizialmente lavoro al computer, uso molto Paint e PhotoShop, lasciandomi ispirare da tutto quello che mi circonda: parlo di migliaia di file fotografici personali, così come di quadri di Kandinsky, ma anche insegne stradali e molto molto altro… Le composizioni sono potenzialmente infinite. Poi l’oggetto prende forma davanti ai miei occhi, e quando l’idea diventa realtà provo un incredibile sensazione di felicità”

Il mondo è il mio sketchbook, dichiara Tommy nella sua bio. E in questo sketchbook trova un posto privilegiato anche l’elemento sportivo. L’immaginario motoristico è difatti uno dei filoni più battuti dalla vena artistica del nativo di Marsiglia. Impennate stilizzate e silhoutte di moto da cross trovano spazio sui suoi dipinti di lana come immagini iconiche, come elementi simbolici che travalicano l’atto sportivo per divenire espressioni metaforiche.

“Da buon marsigliese sono appassionato di calcio e dell’OM, ma ho anche conosciuto da vicino la scena skate locale. L’amore per le moto è arrivato quando avevo 14 anni. Sulle due ruote mi divertivo a girare per la città e a fare stunt qua e là. Credo che l’immagine della moto sia molto forte: incarna l’idea di libertà, lo spirito che è intrinseco ad ogni rider… Da un punto di vista artistico mi dà la costante possibilità di trovare un punto in comune tra l’astratto e il figurativo, mi permette di raggiungere un equilibrio perfetto. Ho notato che questa visione dell’elemento-moto è condivisa da tante altre persone. Quasi tutti coloro che hanno comprato le mie opere a tema non sono rider o fanatici, alcuni nemmeno ne possiedono una moto: a tutti piace semplicemente ciò che rappresenta”

Design visuale, tecnica e potenza estetica. Si basa su questi pilastri la ricerca artistica di Tommy Lhomme: un artista-artigiano o artigiano-artista (decidete voi) che ci confida di dare libero sfogo alla creatività con il solo scopo di trasformare la propria energia in forme e colori, in concretezza e tangibilità, senza desiderare fama o riconoscimenti. “Mi sono a lungo chiesto come si facesse l’arte…”, ci confida alla fine della nostra chiacchierata, “Poi ho capito che bastava semplicemente fare”.

Credits: Tommy Lhomme
@tommylhomme
Testi di Gianmarco Pacione