Goal Click ci permette di esplorare le prospettive fotografiche e narrative delle calciatrici più forti del mondo

Il calcio femminile può essere narrato dalle sue protagoniste, sia a livello fotografico, che editoriale. ‘Women’s World Cup 2023’ è uno speciale progetto di Goal Click, che ha permesso ad alcune stelle dell’attuale Mondiale di raccontare il proprio rapporto con il calcio, con le compagne di Nazionale e con i rispettivi percorsi esistenziali. Dall’Australia e dalla Nazionale USA alla Corea del Sud e alla Svizzera, queste giocatrici-storyteller ci consentono di visitare il backstage delle loro carriere e vite, regalandoci inediti scatti analogici e significative riflessioni. Flo Lloyd-Hughes, responsabile dei progetti speciali di Goal Click, oltre che giornalista, creativo e consulente specializzato nell’ambito calcistico, ci introduce questa speciale galleria di voci e immagini.

Perché avete deciso di dare una macchina analogica ad alcune delle protagoniste della Coppa del Mondo femminile?

“Questo è il terzo grande torneo di calcio femminile per il quale Goal Click ha curato una serie originale, dopo la Coppa del Mondo femminile del 2019 e gli Europei dello scorso anno. Uno dei fattori più importanti di questo progetto sta nel desiderio di mostrare una serie di viaggi individuali verso un evento cruciale. Il panorama del calcio femminile varia molto a seconda di dove vive una giocatrice, del club per cui gioca e della nazionale che rappresenta. In vista della Coppa del Mondo FIFA 2023, volevamo mostrare questa diversità del calcio femminile contemporaneo. Nella serie le giocatrici di tutto il mondo raccontano le loro vite, le loro comunità, le loro stagioni e i loro ritiri in vista del Mondiale. Dall’Australia e dagli Stati Uniti alla Corea del Sud e alla Svizzera, queste giocatrici ci mostrano un vero e proprio dietro le quinte della loro vita calcistica. Ora queste atlete stanno partecipando allo stesso torneo ma, per molti aspetti, i loro percorsi verso la Coppa del Mondo non potrebbero essere stati più diversi”

Qual è stata la reazione delle ragazze a questo progetto artistico e documentaristico?

“Siamo così fortunati che le nostre storyteller siano davvero aperte, creative e coinvolte nel progetto. Vogliono raccontare le loro storie, condividerle con i fan e con il mondo, in modo che la gente possa imparare di più su di loro e conoscere persone, oltre ad atlete. Molte giocatrici ci confidano che si divertono a vedere ciò che producono le altri partecipanti al progetto e che le loro compagne di squadra amano ciò che ritraggono e scrivono su di loro. È un tipo di narrazione intima, diversa, focalizzata sull’élite della comunità calcistica femminile”

Siete rimasti colpiti dalle qualità fotografiche e dagli occhi analogici di queste atlete?

“Siamo sempre colpiti dalle immagini che le calciatrici riescono a catturare. Goal Click ha uno stile caratteristico basato sull’uso di macchine fotografiche analogiche usa e getta, e questo è fondamentale per contribuire a creare immagini crude e autentiche, di un dietro le quinte che solo un’atleta può vivere. Ogni narratrice ci ha dato una visione unica del ritiro e della preparazione alla Coppa del Mondo, ma ha anche mostrato gli usi e i costumi delle compagne di squadra fuori dal campo, regalandoci una gamma reale di emozioni umane. Questo centra in pieno la volontà di Goal Click, ovvero ispirare la comprensione reciproca attraverso il calcio. Chiunque veda le immagini e legga le storie si sentirà più vicino a ciascuna delle giocatrici e delle sue compagne di squadra, ma capirà anche la loro cultura, la loro comunità e le loro motivazioni”

Quali testimonianze vi hanno colpito di più e quali sono stati i temi più rilevanti?

“Abbiamo avuto la conferma che non esistono mai due viaggi uguali. L’unico punto in comune di questa serie è che tutte le partecipanti hanno partecipato e stanno partecipando alla Coppa del Mondo femminile. Se dovessi scegliere qualche esempio, direi che la storia della giamaicana Yazmeen Jamieson è una delle mie storie preferite. Ha parlato con forza e onestà delle difficoltà che ha vissuto, della diversità della squadra giamaicana e del lungo cammino che la squadra ha percorso per qualificarsi alla Coppa del Mondo femminile. Oltre alle parole, le sue sue immagini sono fantastiche e rappresentano davvero lo spirito delle Reggae Girlz. Un’altra storia forte è stata quella della capitana del Sudafrica, Thembi Kgatlana. La stella delle Banyana Banyana è stata infortunata negli 11 mesi precedenti il torneo e racconta le sfide affrontate lungo il suo lungo percorso, che l’ha vista giocare in Portogallo, Spagna, Cina e Stati Uniti. Le sue parole diventano ancora più toccanti quando rivela di aver perso tre membri della propria famiglia proprio durante passate Coppe del Mondo. Da un punto di vista puramente fotografico, Naomi Girma della USWNT (Nazionale statunitense), Rikke Sevecke della Danimarca e Kathellen del Brasile ci hanno permesso di esplorare a fondo i ritiri delle proprie squadre. Hanno scattato delle foto bellissime e potenti”

Come state vivendo la Coppa del Mondo alla luce di questo progetto?

“Il team di Goal Click è costantemente incollato allo schermo. Alcuni di noi sono andati in Australia e stanno assistendo alle partite dal vivo, quindi è stupendo vedere alcune delle nostre storyteller in azione! Avendo lavorato con le atlete per diversi mesi, non c’è dubbio che sentiamo una connessione profonda con i loro progressi e le loro prestazioni. Naturalmente vogliamo che tutte loro facciano bene a livello individuale e collettivo. Hanno dovuto superare molte sfide e avversità per poter partecipare al più grande evento sportivo femminile della storia”

Avete spinto star del calcio internazionale a diventare storyteller. Come vi fa sentire questo?

“Abbiamo un grande senso di orgoglio per il fatto che così tanti/e atleti/e e Federazioni siano ciclicamente disposti a lavorare con noi. Molte tra queste calciatrici hanno osservato i nostri progetti precedenti e ci hanno contattato proattivamente per essere coinvolte. Dal nostro punto di vista è fantastico ammirarle mentre mettono in mostra la propria creatività, e dare loro una piattaforma per raccontare storie. Ogni torneo importante ci offre nuove occasioni per mostrare il valore del nostro approccio narrativo. Per gli alteti questi progetti sono un’opportunità per fare qualcosa di diverso e passare dietro l’obiettivo”

Quanto è importante questo tipo di narrazione per il futuro dell’universo sportivo e dei suoi atleti?

“È davvero importante dare a giocatori e giocatrici la possibilità di raccontare le proprie storie e dare loro voce nel panorama mediatico calcistico. Crediamo fermamente nel potere della narrazione in prima persona, che si tratti di un allenatore, di un atleta-appassionato o di una stella internazionale. Tutto ruota attorno all’autenticità e alla volontà di fornire storie non filtrate, raccontate da chi le vive realmente. Viviamo in un mondo in cui molte voci sono inascoltate, emarginate e messe a tacere. Goal Click si contrappone a questa cultura contemporanea, fornendo una piattaforma in cui le persone sono in grado di dare forma alla propria narrazione attraverso i propri occhi e le proprie voci”

Di seguito una selezione di scatti e parole delle protagoniste di questo progetto.

Naomi Girma, USWNT

“Gioco per la mia famiglia e per la mia comunità, che hanno fatto molti sacrifici per permettermi di raggiungere questa posizione. Sono molto grata per tutto quello che hanno fatto per me. Gioco anche per le giovani ragazze afro-americane ed etiopi che possono rivedersi in me ed essere ispirate dal mio percorso”

Kathellen Sousa Feitoza, Brasile

“Ho iniziato a giocare a calcio come la maggior parte delle ragazze in Brasile, ovvero giocando per strada. Non c’erano molte opportunità per fare quello che amavo fare. Così ho deciso di lasciare il mio Paese nel maggio 2014 e di giocare in un college di New York. Il calcio rappresenta tutto per me e per il mio Paese: speranza, fede, passione, divertimento. Giocare per strada era un modo economico per divertirsi, era l’unico modo per liberare la mia mente”

Yazmeen Jamieson, Jamaica

“Qualcuno mi ha detto di recente ‘la tua è una lunga strada’. Questo significa molto per me, perché, se si guarda al mio percorso, nulla è stato facile. E so per certo che la mia strada è ancora all’inizio. Con i diversi tipi di capelli, forme e dimensioni, noi Reggae Girlz siamo un mosaico di rappresentazioni e credo che questo sia bellissimo. Il motto della Giamaica è “Da molti, un solo Popolo” e credo che la nostra squadra lo rispecchi decisamente”

Rikke Laentver Sevecke, Danimarca

“La mia speranza per il calcio femminile in Danimarca è che un giorno le nostre giocatrici non debbano più andare all’estero per sviluppare il loro gioco, ma che possano rimanere nel loro Paese e giocare a livello professionistico. Vivere in altri Paesi e conoscere culture diverse è un’esperienza straordinaria, ma la parte più difficile è stare lontano dalla famiglia e dagli amici”

Charli Grant, Australia

“Nella società australiana il calcio oggi è una piattaforma per promuovere l’attività fisica e, al tempo stesso, un luogo sicuro per costruire amicizie. Il calcio femminile è diventato uno spazio sociale in cui le persone possono esprimere loro stesse e sentirsi sicure delle proprie personalità”

Luana Bühler, Svizzera

“Il calcio significa vivere un sogno, per me e per molte bambine là fuori. Sono così orgogliosa e grata di avere il privilegio di rappresentare il mio Paese facendo ciò che amo di più…”

Rebecka Blomqvist, Svezia

“Mi piace che il calcio faccia parte della mia vita e cerco di cogliere ogni opportunità per trarne il meglio in termini di prestazioni, ma anche per godermi tutti i momenti condivisi con le compagne di squadra. Il calcio significa molto per me. È il mio lavoro, ma anche il mio passione, è quello che ho sognato e quello che voglio davvero fare. Per me il calcio è molto, molto importante. Tutto finirà un giorno. Ho sentito persone dire che mi mancherà soprattutto la sensazione dello spogliatoio, lo stare accanto a compagne di squadra e amiche ogni giorno”

Claudia Bunge, Nuova Zelanda

“Rappresentare il mio Paese significa giocare per le mie compagne di squadra e la mia famiglia, ma anche per altre giovani neozelandesi. Spero che, guardandomi giocare, le persone capiscano quanto adori il calcio, e che questo le ispiri a fare lo stesso con qualsiasi cosa abbiano scelto di fare nella vita .”

Per l’intera serie, visitate Goal Click. 

Credits: Goal Click