Il fotografo che, grazie all’atto sportivo, riesce a ritrarre l’intima condizione umana
“Mi piace ritrarre la condizione umana e lo sport mi consente di farlo. Lo sforzo, la fatica, la stanchezza… Sono tutti elementi che mi permettono di andare oltre il semplice storytelling atletico, di rappresentare l’essere umano e ciò che lo caratterizza”. Gli scatti di Dave Imms sono celebrazioni dell’individuo, sono pellegrinaggi antropologici, sono istantanee che attingono dagli universi contemporanei del fashion, dell’architettura, del design, per esaltare l’eccezionalità del pensiero interiore, la meraviglia del movimento esteriore.

Nativo di Brighton e, giusto specificarlo, tifosissimo dei ‘Seagulls’ attualmente impegnati in Premier League, questo talentuoso fotografo britannico fonda la propria ricerca artistica sullo studio dell’emozione, ma non solo, anche su un’estrema attenzione dedicata al rapporto tra luci e colori: “Le mie principali fonti d’ispirazione sono esterne all’ambito sportivo, ecco perché amo la fotografia artistica di Nadav Kander e Christopher Anderson. La mia celebrazione dell’atto sportivo passa dall’utilizzo delle gelatine e da una sperimentazione continua delle luci. Sto molto attento anche al dialogo tra i soggetti e lo spazio. In uno dei miei primi reportage ho fotografato dei giocatori di squash: quegli scatti hanno definito una filosofia che seguo ancora oggi, a oltre dieci anni di distanza. È una serie che riguarda le persone in quanto tali, non in quanto sportivi”.





E per ritrarre le persone, è innegabile, bisogna stabilire rapporti che vadano oltre il semplice scatto. Sinergia, empatia: l’habitat fotografico di Dave Imms si stabilisce proprio qui, in una socievole comfort zone creata per mettere a proprio agio i protagonisti dei suoi lavori, per permettere loro di esprimere un’essenza reale e non artefatta. “Si tratta di connessione umana. Prima di ogni shooting sono sempre nervoso, poi entro nel ‘momentum’ e provo a stabilire un rapporto con ogni persona. Quando fotografo persone ‘reali’ devo limitare il loro nervosismo, quando invece ho a che fare con atleti professionisti devo pensare a molti altri fattori: in primis devo stare attento alla loro incolumità, in secondo luogo devo cercare di ammorbidire le loro resistenze. So che per i vari Moise Kean e Thomas Müller gli shooting sono una semplice clausola contrattuale da rispettare, ma creando il giusto clima credo si possa stabilire una connessione anche con stelle di questo calibro”.




Il racconto della condizione umana, nella proposta visuale di Dave, passa anche dall’attenzione ai dettagli, da un plurimo focus narrativo che dà eguale rilevanza ad oggetti e persone, a scenari e azioni fisiche, divenendo quasi un’opera di ricerca cinematografica: “Mi piace pensare alle mie fotografie come a dei video. Se devo ritrarre un giocatore di baseball, per esempio, e so che ho cinque fotografie per poterlo fare, spezzetto quello che lo circonda, quello che lo rappresenta. Parlo del campo, degli strumenti di gioco, ma anche del suo volto, della sua divisa. Il racconto deve incapsulare tutto questo, deve essere un’esplorazione complessiva del soggetto e della sua passione”.







Dalle onde senegalesi, dove Dave è entrato in contatto con la scuola di surf femminile Black Girls Surf, ai lavori in studio, commissionati da brand di livello internazionale. La linea visuale di Dave Imms resta sempre fedele a sé stessa, all’idea di un’arte che vuole essere forma di scoperta, prima che lavoro. “A Dakar è stato fantastico. Ho incontrato ragazze che non dispongono di strutture all’avanguardia, ma che amano incondizionatamente le tavole. Ho imparato quanto sia radicata la cultura del surf in quel territorio e ho avuto la possibilità d’immortalare panorami mozzafiato. In studio le cose cambiano, è ovvio, e il mio occhio si concentra molto di più sul concetto di movimento. Il tennis sotto questo punto di vista è uno sport perfetto, il basket invece mi consente di mescolare il gesto tecnico-fisico con l’immaginario fashion. In futuro mi piacerebbe concentrarmi su altri sport che hanno potenziale visivo: il golf, per esempio. Mi sono innamorato della sua terminologia, nomi come albatross o birdie creano immagini nella mia mente e mi affascina l’idea di ritrarre le capacità tecniche di un golfista. Ci rifletterò su per un po’, poi vedrò come strutturare questo nuovo lavoro”






Credits: Dave Imms
IG @daveimms
daveimms.com
Testi di Gianmarco Pacione