Il Wild Wild Est ungherese

Il rodeo sta attecchendo nel cuore dell’Europa, grazie ad una famiglia di allevatori
8 secondi. È un arco temporale insignificante della vita, ma ci sono momenti in cui 8 secondi durano un’eternità: per esempio sul dorso di un toro di 800 chili. Chiunque abbia provato a cavalcare un animale così grande sa come ci si sente quando il mondo esterno cessa di esistere e il tempo diventa un concetto incomprensibile.
La pratica del rodeo, che notoriamente negli Stati Uniti dà vita ad eventi televisivi nazionali con alti premi in denaro, in Ungheria è ancora agli inizi, ma ogni anno affascina sempre più persone grazie a una famiglia di entusiasti locali.



Una bandiera a stelle e strisce sventola sulla roulotte e un cowboy è seduto accanto ad essa. Il caldo è insopportabile, le balle di paglia fissano il cielo ammucchiate accanto alla strada polverosa, le ragazze con camicie a scacchi e cappelli da western calati sugli occhi passeggiano per il ranch. Gli atleti sono in piena tenuta da battaglia, alcuni di loro fanno il segno della croce, mormorano una rapida preghiera. E dopo essersi guardati intorno, osservano con soddisfazione l’arena che si riempie lentamente. I clown, gli steward che aprono i cancelli, i giudici e l’annunciatore sono al loro posto, il primo toro è già in attesa che le danze abbiano inizio.







Se pensate che ci troviamo in qualche sperdute zona del Texas, vi sbagliate. Il luogo è l’Hell on Hooves Ranch di Monorierdő, nella contea di Pest, in Ungheria, dove si sta svolgendo il secondo round della competizione di bull rodeo di quest’anno, organizzata dall’Associazione Rodeo Ungherese. L’Associazione organizza da anni competizioni nazionali e internazionali in Ungheria e in Europa centrale.
Nel 2022 si sono tenute due gare, una a Nagytarcsa e l’altra a Monorierdő. Sono arrivato per la prima volta 5 anni fa con una buona dose di dubbi, unita ad un entusiasmo e una curiosità infantile. All’epoca il padre del rodeo ungherese e attuale presidente dell’Associazione József Nádori (alias Tyuxi) mi ospitò nella sua tenuta. Lui e la sua famiglia si occupano di allevamento da oltre venticinque anni: hanno iniziato con i bovini, poi è arrivato il Quarter Horse.


Il rodeo è stato una sorta di sogno d’infanzia per Tyuxi: l’immaginario spaghetti western ha dato l’impulso e il sogno è diventato realtà più di 10 anni fa. L’organizzazione non è stata facile, questo sport ha difatti una grande tradizione negli Stati Uniti, ma in Europa è praticamente sconosciuto. Non è un caso se Tyuxi e la sua famiglia hanno dovuto raccogliere informazioni da internet e da articoli di giornale per poter avviare l’intero progetto…


Tyuxi ora dice con orgoglio che il numero di spettatori sta aumentando del 20% ogni anno. È molto contento del fatto che lo spettacolo si stia diffondendo grazie al passaparola e che la popolarità di questo sport stia crescendo. Oggi il numero di rider è salito a circa un centinaio. Agli scettici può dire solo una cosa: venite a vedere gare di alta qualità qui, nel cuore dell’Europa, in fondo non avete bisogno di andare fino in Texas.


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