Il Sunshine Criterium secondo Magnus Bang

Il rider danese ci spiega la genesi e l’evoluzione dell’annuale gara fixie di Copenaghen
“Il Sunshine Criterium è strettamente connesso alla città di Copenaghen, durante ogni edizione c’è questa vibrazione urbana che circonda l’intero evento… L’anno scorso abbiamo corso l’undicesimo capitolo della gara e il percorso non è mai stato lo stesso. Ogni uscita con la mia scatto fisso equivale ad un’esplorazione della mia città e dei suoi angoli nascosti. Copenaghen è in continua evoluzione, il suo volto continua a cambiare, e io voglio stare attento ai nuovi luoghi che si creano, voglio cercare zone che trasmettano le giuste sensazioni ai rider, per poi delineare il tracciato anno dopo anno”
Minimalismo architettonico e cosmopolitismo umano. Copenaghen è una terra fertile per qualsiasi appassionato di bici a scatto fisso. La sua morfologia sembra plasmata su misura per fungere da sfondo, o meglio, da patria per rider che nella bicicletta vedono uno strumento sportivo, ma anche un elemento di design e un mezzo per costruire community apolidi. In questa capitale scandinava prende forma ogni anno il Sunshine Criterium, la gara che raccoglie tutti questi fattori, elevandoli grazie all’arte delle due ruote e all’impegno del suo organizzatore, Magnus Bang.


“La scatto fisso mi ha reso quello che sono oggi. Mi ha avvicinato alla fotografia, ad una nuova sfera estetica e, soprattutto, a gente di tutto il mondo. Ogni volta che viaggio in una città so che posso fare affidamento su vecchi o nuovi amici conosciuti grazie alla fixie. Tanto tempo fa, durante uno di questi viaggi, ho partecipato ad una gara berlinese. Avevo 18 anni e ho sentito la responsabilità di creare qualcosa di simile nella mia Copenaghen. All’epoca lavoravo come courier e insieme ad un amico abbiamo deciso di organizzare il primo Sunshine Criterium. Eravamo inesperti, non avevamo idea di come muoverci, ma tante persone ci hanno dato una mano. Sono passati più di dieci anni da quel momento e oggi il Sunshine ospita centinaia di rider provenienti anche da altri Paesi. Questa cosa m’inorgoglisce e mi fa comprendere, ancora una volta, il potere aggregante della fixie”
Perché scatto fisso è sinonimo di community. Magnus sottolinea questo concetto parlandoci della pulsante atmosfera che circonda ogni Sunshine Crit, ma anche elencando i suoi viaggi in giro per il mondo, i letti offerti da sconosciuti rider e le cene condivise con amanti della fixie di ogni dove. La bici, per questi atleti senza freni, diventa un ‘entry point’ nelle vite e nelle culture altrui, uno strumento per ricercare sia il risultato sportivo, che la connessione umana. Caratteristiche che si riuniscono annualmente sull’asfalto di Copenaghen.


“È una questione di mindset. Per noi i confini nazionali non esistono, la fixie unisce chiunque. E questa è una caratteristica insita anche alla città di Copenaghen. Qui le persone si muovono costantemente e giungono da tutto il mondo, tanti internazionali lavorano come corrieri. Ho sempre pensato che queso cosmopolitismo potesse essere rappresentato anche all’interno del Sunshine Crit. I partecipanti sono eterogenei, ci sono ex ciclisti professionisti, atleti che hanno vinto tappe del Giro d’Italia e che si sono innamorati della fixie, ma anche minorenni, come capitato con un ragazzo che ha attraversato tutta la Danimarca con i suoi genitori per competere su queste strade… Personalmente non ho resistito al desiderio di gareggiare solo due volte, mi sono piazzato secondo e terzo: meglio così, sarebbe stato strano vincere!”
Sorride Magnus. E il suo sorriso lascia trapelare la soddisfazione per un divertissement giovanile che si è esponenzialmente evoluto in un evento di portata internazionale. Ma nella vision del rider danese non c’è spazio per ingordigia, corruzione o compromessi. Il Sunshine Criterium deve rimanere fedele a sé stesso e al suo spirito, ribadisce più volte questo nordico creativo delle due ruote. Una fedeltà interamente fixie.


“Non voglio correre e affrettare l’evoluzione del Sunshine Crit. Dev’essere lenta e naturale. Se dovesse aumentare vertiginosamente il numero dei partecipanti ovviamente non me ne dispiacerei, ma il mio desiderio è restare connesso e fedele alle radici di questo evento. Non necessitiamo di enormi spazi pubblicitari o di sponsor commerciali: rischiano di essere lontani anni luce dalla nostra filosofia… Conosco e conosciamo il vero valore e la purezza di questo momento d’incontro. È fondamentale evitare di snaturarlo. I fondi governativi ci hanno sempre aiutato, ora il nostro obiettivo è quello di connetterci ad aziende e brand che possano realmente comprendere il Sunshine Criterium, la sua community e i suoi molteplici significati”
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