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Il ritmo di Samba

Fisico da gazzella e tecnica impeccabile, Samba Abderrahman è il nuovo “Bolt” dei 400 metri. Dopo una serie di successi che fanno presagire un futuro altrettanto vincente, l’ostacolista mauritano naturalizzato qatariota si sta scaldando per i prossimi Campionati del mondo di atletica leggera in programma in Qatar.

Erano da poco passate le otto di sera del 30 giugno 2018, allo Stade Charlety di Parigi aveva appena preso il via il collegamento internazionale per le riprese della settima tappa della Diamond League 2018, il più prestigioso circuito mondiale sotto l’egida della IAAF. La prima gara ad essere trasmessa è stata, come di consueto, quella dei 400 ostacoli, con uno stuolo di partenti molto interessante, con un meeting che presentava maggiori attese su altre specialità, soprattutto quelle veloci.

Forse, ma non è nemmeno detto, solo i più profondi conoscitori dell’atletica leggera avevano il mirino puntato su questa gara, che al momento dello sparo del via, con 32 gradi centigradi nell’aria e il 39 % di umidità, ha visto sin da subito il tentativo di fuga del norvegese Karsten Warholm, Campione del Mondo in carica, ben tallonato da Kyron McMaster, antillano delle Isole Vergini Britanniche. 

I due però, alla fine della seconda curva, hanno notato spuntare l’ombra di Abderrahman Samba, che correndo con 13 appoggi tra una barriera e l’altra si è proposto per la vittoria finale.

Anzi no, più che proposto sarebbe giusto dire imposto da padrone, visto che con un grande rettilineo finale l’allora 22enne Samba è riuscito a schiantare concorrenza e soprattutto cronometro: 46 secondi e 98 centesimi per un giro di pista di 400 metri con in mezzo 10 barriere da 91 centimetri e 4 millimetri, un tempo (quasi) mai visto e a dir poco clamoroso.

La seconda miglior prestazione della storia, dietro solamente al record mondiale di 46.78 che il californiano Kevin Young stampò alle Olimpiadi di Barcellona 1992, fatto che li rende gli unici due bipedi ad essere scesi sotto la barriera (alta più o meno come quella che separa il Continente Occidentale dalle terre degli Estranei nel Trono di Spade) dei 47 secondi. Attenzione, la vittoria del rappresentante del Qatar è stata tutt’altro che un fuoco di paglia, perché poi nel 2018 lo stesso Samba ha vinto tutte e sei le prove alle quali ha partecipato in Diamond League.

Chiaramente quello che fa specie è il tempo, che vale posto “corporate” nell’olimpo dei grandi, e la storia di un ragazzo nato il 5 settembre 1995 che potrebbe prendere a spallate la storia della disciplina, cancellando dopo quasi 30 anni il record di Young e, chissà, magari aprire una nuova era, più musicale.

Il suo cognome, infatti, va letto con l’accento sulla lettera finale, date le origini della famiglia, ma interpretandolo all’italiana riporta in mente il samba, il famosissimo ballo brasiliano sviluppatosi a Rio de Janeiro all’inizio del ‘900 e che durante il Carnevale fa impazzire la città carioca. Il suo allenatore e mentore, il sudafricano Hennie Kotze, ha paragonato il ritmo di Abderrahman a quello di un fantastico concerto musicale, e, in effetti, nell’ultima stagione e nel 2019 appena iniziato il qatarino le sta suonando a tutti. Adesso però basta girarci intorno, è tempo di scoprire chi è questo spilungone e perché i 400 ostacoli potrebbero essere il giardino di casa Samba nei prossimi lustri.

Detto della giovane età, va specificato che di sangue dello stato del Golfo Persico ne scorre poco nelle vene di Abderrahman, visto che è nato e cresciuto in Arabia Saudita con papà originario della Mauritania, nazione africana che ha rappresentato a livello giovanile fino al 2015.

C’erano comunque dei trascorsi sportivi nel suo DNA, ma come da lui stesso raccontato erano tutti legati al calcio, sport ben più conosciuto dell’atletica leggera nella povera Mauritania, paese desertico incastrato tra Marocco, Algeria, Mali e Senegal (andando in senso orario), dove in effetti è ben più facile ammassare due stracci e creare una porta da calcio che saltare ostacoli su di una pista in tartan. Non a caso infatti nessun atleta mauritano è mai salito su un podio mondiale nelle 16 edizioni iridate sinora disputate.

Quando ci riuscirà, a meno d’improbabili cataclismi, non sarà però Abderrahman Samba il primo a farlo, visto che come detto dal 2015 ha scelto di spostarsi dalla vicina Arabia Saudita a Doha, in Qatar, e dopo esserne diventato eleggibile, ha scelto di indossare i colori bianco-amaranto del piccolo ma ricchissimo stato del Golfo Persico.

Lui che nel 2011, a 19 anni, aveva scoperto l’atletica leggera, iniziando a saltare in alto, in lungo e a correre i 200 e 400 metri piani, senza l’ombra dei predetti ostacoli, relativamente ai quali aveva detto anzi di non voler proprio pensare. In quella che è senza dubbio la più importante “sliding door” della sua vita, durante un camp di allenamento in Sud Africa nel marzo 2017, il suo coach Hennie Kotze dispone gli ostacoli sulla pista e gli chiede di provare la specialità, che viene sin da subito apprezzata dal corpo esile ma slanciato di Samba e soprattutto dal cronometro: basta dire che, alla sua seconda gara di sempre, aveva già piazzato un 49.24 buono per qualificarsi ai Mondiali di Londra in programma per il mese di agosto, dove però ancora acerbo arriverà settimo in finale nonostante ottimi tempi tra batteria e semifinale. Visti i risultati Kotze decide di insistere, facendolo lavorare su tecnica e ritmo, fondamentali in una specialità nella quale la velocità pura serve a poco se non adattata alla corsa tra gli ostacoli.

Lo stesso Abderrahman ha raccontato di essere felicissimo dell’aver scoperto una disciplina così tecnica, dove resistenza, velocità, ritmo e tecnica sono fondamentali per eccellere. Il tutto con pochissime gare “vere” già nel motore, vista la giovane età e la relativa esperienza internazionale, in un contesto dove comunque ogni gara permette di imparare qualcosa e soprattutto di scoprire qualcosa, relativamente alle  potenzialità che gli mette a disposizione il suo straordinario corpo da gazzella per correre e saltare.

E chissà, come detto da Samba stesso, magari anche conoscere la futura moglie: viaggiando per il mondo, scoprendo paesi e conoscendo persone diverse, potrebbe anche arrivare l’incontro più importante della sua vita. Per ora però di incontri il suo coach Hennie Kotze ne ha programmati solo con cronometri e allenamenti, in un contesto sinora ideale dove entrambi, maestro e allievo, hanno più volte sottolineato il rispetto totale che nutrono nelle rispettive figure.

Tornando alla pista, in quanti avrebbero preso il settimo posto dei Mondiali 2017, arrivato in una sera fredda e piovosa e condizionato da una mezza scivolata nel finale, come una bruciante sconfitta? Per Samba lo è stato eccome, e stando alle parole del suo coach, il qatarino ha usato questo “boost” morale per incendiare i suoi allenamenti invernali e crescere fino a presentarsi con un 47.90 nella prima gara all’aperto del 2018 a Potchefstroom, in Sud Africa.

Questo è stato solo il là ad una stagione semplicemente inarrestabile, dove a fianco al suo nome è comparso solamente il numero 1, per ben nove volte: 6 nelle tappe della Diamond League a cui ha presto parte, compresa quella leggendaria di Parigi, due ai giochi asiatici di Giacarta, dove ha vinto l’oro in 47.66 e una alla Continental Cup di Ostrava, quando con 47.37 ha regalato all’Asia il successo nei 400 ostacoli. Tutto questo, e non va mai dimenticato, alla prima stagione “vera”, dopo un anno e mezzo di testa, gambe e cuore buttati sui 400 metri tra le 10 barriere.

Insomma, un fenomeno tutto in divenire, che anche nel 2019 non ha conosciuto la parola sconfitta (3 vittorie in altrettante apparizioni, compresa la tappa di Shangai della Diamond League) e che ha ben stampato in mente un orario e una data: le 22.40 (orario locale, 20.40 in Italia) del 30 settembre prossimo, quando ci sarà la finale dei 400 ostacoli dei prossimi Campionati del Mondo di atletica leggera. Dove? Bè, facile: al Khalifa International Stadium di Doha, in Qatar, nella città e nel paese che ha scelto di rappresentare da 4 anni e che vuole trascinare sulla vetta della disciplina a suon di medaglie d’oro e tempi di platino.

Ah, chiedetegli tutto ma non di ballare: nonostante il cognome (seppur vada pronunciato alla francese) Samba non ne è proprio capace.

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