Il Liverpool è vita

Baci, affetto e Dua Lipa: viaggio visuale tra gli ‘Scousers’ in occasione dell’ultima finale di Champions League
La finale di Champions League. Uno dei più imponenti eventi del mondo sportivo (e non solo) contemporaneo, un caotico insieme di energie fisiche ed emotive, di sfumature antropologiche e sociali. La macchina fotografica di MT Kosobucki ha voluto ritrarre tutte le complesse componenti di questa maestosa celebrazione calcistica, ha voluto studiarle e sviscerarle tra le vie di Parigi, cristallizzando il lungo pomeriggio che ha anticipato le turbolenze del Parco dei Principi e l’1-0 dei ‘Blancos’ madridisti ai danni del Liverpool e del suo popolo ‘Scousers’.


Proprio gli ‘Scousers’ sono i protagonisti di questo reportage visuale. Uomini che nell’immaginario comune rappresentano l’epitome della cultura hooligans, ma che agli occhi di questo giovane fotoreporter americano hanno rappresentato molto altro. Nato e cresciuto in un ambiente calcistico (strano a dirsi per un ragazzo d’oltreoceano), MT racconta con queste parole la sua esperienza parigina.


“Ero a Parigi per un Master in fotografia. Un mio amico danese, compagno di squadra al college e tifoso del Liverpool, mi ha proposto di goderci la fan zone durante il prepartita. Sono un tifoso del Chelsea, ma ho deciso di accettare per vivere quell’evento unico. L’ingresso alla fan zone avveniva tramite un piccolo gate, alcuni tifosi del Liverpool provavano a fare domande ai poliziotti locali che o non rispondevano, o parlavano francese. Si respirava già un po’ di quella tensione che sarebbe scoppiata a distanza di qualche ora, c’erano brutte vibrazioni. Dentro la fan zone cambiava magicamente tutto. C’era un’energia pura, innocente, quasi infantile, che sprigionavano migliaia di uomini di mezza età. Mi hanno colpito gli abbracci, i baci sulle guance sulle note di Dua Lipa… I limiti e i tabù della mascolinità in quel contesto parevano azzerati. Non voglio sembrare disincantato, so bene che attorno a quel contesto saranno sicuramente accadute altre cose, ma io ho fotografato quello che ho visto. E ho visto uomini ubriachi di eccitazione, capaci di abbattere barriere comportamentali ultrasecolari con gesti di affetto così naturali e così potenti. Così come ho visto una gitana chiedere l’elemosina nel mezzo della grande festa ‘Reds’: la metafora visiva ideale per descrivere gli enormi flussi economici legati alla Champions League e, in generale, al calcio europeo. Nel tempo che ho trascorso in Europa ho compreso la differenza tra le fandom dei major sport USA e quelle delle squadre del Vecchio Continente. La mia prima partita è stata al Vicente Calderón di Madrid, poi sono stato varie volte allo Stamford Bridge: qui non c’è separazione tra la vita normale e il proprio club, negli US l’evento sportivo è una fuga dalla quotidianità, qui la tua squadra è la quotidianità, è la vita. E gli ‘Scousers’ sono un esempio perfetto di questo concetto”


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