Il cuore di Odion Ighalo

Veniva dal nulla, ora in Nigeria mantiene 45 vedove, un orfanotrofio e varie scuole. La storia del nuovo ‘Red Devil’
Odion Ighalo è un nuovo giocatore del Manchester United. Il trasferimento lampo dalla Cina ha colto impreparato il popolo ‘Reds’ e ha fatto commuovere l’attaccante nigeriano. Un sogno divenuto realtà, Ighalo ha definito così il suo ritorno oltremanica alla corte di Ole Gunnar Solskjæer. Il perché di questa emozionante reazione va ricercato nelle sue origini.

Ighalo nasce 31 anni fa nel quartiere-slum di Ajegunle: una terra di nessuno, uno dei tanti microuniversi di povertà e sofferenza all’interno della tentacolare Lagos. Poco cibo, poca acqua, poca elettricità, tante preghiere. La sua infanzia si concentra sulla ricerca del divino e sulla quotidiana lotta contro la miseria.
A lavorare, in famiglia, è sua madre. Dirige un piccolo negozio di animali, a cui aggiunge la vendita di bibite fresche. È proprio il ricavato di quest’attività a regalare il primo paio di scarpe al giovane Odion, delle Copa Mundial usate.
In questi anni Ighalo s’innamora dello United, di Old Trafford e, soprattutto, dei ‘Calypso Boys’: il tandem Andy Cole – Dwight Yorke, così chiamato per le condivise origini caraibiche. Ogni settimana una cinquantina di persone si ritrova in una privilegiata casa di Ajegunle, l’unica a disporre di una parabola satellitare, e tifa ad un continente di distanza per l’undici di Sir Alex Ferguson.

Cresce così Ighalo, alternando il settimanale rito televisivo alle prestazioni con la squadra locale, gli Olodi Warriors. Nel cosiddetto ‘Maracana’, storico campetto e cuore pulsante della slum, Ighalo spende giornate intere forgiando il suo intenso stile di gioco, da iperattivo attaccante. Ai margini del campo spesso si spaccia qualsiasi tipo di droga, ancora più spesso si spara.
“Mentre giocavo a volte mi capitava di sentire degli spari. A quel punto iniziavo a correre, dovevo letteralmente schivare i proiettili”
Ighalo viene scovato da Marcelo Houseman, osservatore argentino, che gli apre le porte della Norvegia e del Lyn Oslo. 9 gol in 20 partite ad appena 18 anni lo spingono all’interno del triangolo internazionale di patron Pozzo. Il gioco delle tre carte lo porta prima a vestire la maglia dell’Udinese, poi quella del Granada e, infine, quella del Watford. Con gli Hornets vive momenti di pura esaltazione, fondando un binomio efficacissimo con Troy Deeney e arrivando dalla Championship ad un passo dalla conquista della FA Cup. In queste brillanti stagioni di Premier League arriva a vestire la maglia delle Super Aquile della nazionale nigeriana.
Ighalo, rete dopo rete, continua a destinare una grossa fetta dei contratti milionari (decisamente ampliati nelle ultime due stagioni cinesi a Changchun e Shanghai) alla sua famiglia in Nigeria e alla comunità di Ajegunle. Proprio nel corso di quest’ultimo anno ha permesso la costruzione di un orfanotrofio, investendo personalmente un milione di sterline.

“La vita è stata dura con me quando ero un bambino. All’epoca mi ero ripromesso che se fossi riuscito a diventare qualcuno avrei restituito tanto alla comunità che mi ha creato. L’infanzia nel mio Paese è difficile anche con due genitori presenti, figuriamoci cosa possa significare essere orfani. Il calcio mi ha offerto la possibilità di essere una guida per questi bambini, questo mi allieta il cuore. Spedisco soldi anche ad altri bambini, ad alcune scuole e mi prendo cura di 45 vedove. Credetemi, so cosa voglia dire non avere nulla, essere in difficoltà…”
Da un punto di vista puramente sportivo e tattico non sappiamo cosa possa portare l’arrivo di Ighalo ad Old Trafford. Da un punto di vista umano, però, non possiamo che esserne felici. Felici per un tifoso ‘Reds’ che abbraccia la maglia tanto amata attraverso un tubo catodico e una sgranata televisione. Felici per coloro che continueranno ad essere aiutati dal grande cuore di Odio Ighalo.
Sources & Credits
4 febbraio 2020
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