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Firenze scende in campo

Dal Rinascimento ad oggi il calcio storico fiorentino continua ad affascinare. Oggi la tradizione vive nella  vittoria della squadra dei Rossi.

La grande festa di Firenze si è chiusa nella magia della notte di San Giovanni. Il 24 giugno è il giorno che celebra il patrono della città, ma anche il momento atteso della sfida del calcio storico. La finale di ieri ha visto il trionfo dei Rossi sui Bianchi: 8-2, un risultato netto, al termine di uno scontro durissimo e leale.

La tradizione ha radici che affondano nei secoli e nella storia. La partita che segnò un’epopea e che ancora oggi è la referenza esegetica cui si rifà l’appuntamento, è quella del 17 febbraio del 1530. I fiorentini organizzarono una grande gara di quel gioco che fin dalla metà del Quattrocento albergava nelle strade e nelle piazze – fama vuole che ci si dedicasse anche Lorenzo il Magnifico –, per sfidare l’esercito dell’imperatore Carlo V, che assediava la città da lunghi mesi, e nel contempo per rispettare le usanze legate al Carnevale. Un gesto d’orgoglio e di lotta, che dal 1930 viene ripreso a cadenza annuale. C’è tutta Firenze nel calcio storico, a cominciare dalla suddivisione dei contendenti per rioni. I Bianchi di Santo Spirito, gli Azzurri di Santa Croce, i Rossi di Santa Maria Novella e i Verdi di San Giovanni: questi sono i gruppi dei duellanti, in una miscela di calcio, rugby e pugilato. La stessa denominazione ufficiale dell’evento ne racchiude il senso: calcio storico fiorentino. La storia emerge nella plastica ricostruzione di quanto accadde nel 1530, con il corteo, composto da 550 figuranti, che sfila, indossando abiti del XVI secolo, con il richiamo alla Repubblica Fiorentina. La sfilata parte da Piazza Santa Maria Novella per raggiungere Piazza Santa Croce, il luogo in cui i disputa la finale. Quest’anno (come già nel 2017 e nel 2018), poi, la connessione tra passato e presente è stata esplicitata dalla presentazione, con il corteo, delle quattro maglie da trasferta della Fiorentina per la prossima stagione di Serie A: una verde, una azzurra, una bianca e una rossa, a ripetere i colori delle squadre che si affrontano in nome della gloria dei rispettivi quartieri, con la firma di Le Coq Sportif. A seguire la manifestazione c’era il nuovo proprietario del club, Rocco Commisso, cui è stata assegnata l’emblematica carica di Magnifico Messere, l’onorificenza attribuita in occasione della Finale. Commisso, all’ingresso in Piazza Santa Croce, è stato accolto da urla e grida di giubilo, mentre era alla testa del corteo, accompagnato da Dario Nardella, in sindaco fresco di rielezione. Dopo c’è stata la partita, la battaglia, il sudore, i colpi dati e ricevuti. C’è stata la vittoria dei Rossi. Ma c’è stata, come sempre avviene, di anno in anno, la vittoria di Firenze.

Matteo Fontana
Twitter @teofontana
Instagram @matteofontana1976

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