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Facce da Marmöl

La filosofia Marmöl Gravel nelle parole dei suoi protagonisti

Le facce da Marmöl hanno sudore e colori, smorfie e sorrisi, sospiri e suoni. Sono bocche che comunicano e occhi che ammirano. Sono gambe che spingono e mani che fluttuano. Carnevale o Capodanno, in fondo non c’è differenza, perché le vibrazioni che genera questo evento ricordano quelle di una festa a lungo attesa, di una giornata atipica e speciale, capace di sprigionare scintille emotive e di creare ricordi indelebili. Il ciclismo tra le cave di Botticino trova la propria essenza e la sparge tra credenti arrivati da ogni dove, pronti ad esplorare sensazioni che riescono ad essere individuali e collettive. Perché Marmöl è l’esplorazione. L’esplorazione del territorio. L’esplorazione di sé stessi. L’esplorazione della community gravel.

Rider o artisti, fotografi o anestesisti, lungo la Via del Marmo perde di senso ogni tipo di categorizzazione o status, perché il ciclismo si sublima in una pasta e fasoi, in una birra, in una canzone delle Spice Girls. Questa è Marmöl, queste sono le sue facce e queste sono alcune delle loro testimonianze.

Icon Collection Juventus

Mattia De Marchi (rider – enough cycling collective)

“In Italia, quando pedaliamo, tendiamo a banalizzare ciò che ci circonda, perché tutti i giorni possiamo ammirare luoghi stupendi. Eventi come la Marmöl servono a questo, ci consentono di scoprire scenari come la Via del Marmo che, probabilmente, avremmo fatto fatica a esplorare da soli. Mi piace essere agonista e spingere, ma in queste situazioni, tra queste cave, riesco a godermi realmente la bici e le persone che la circondano. Ho bisogno di queste giornate, di questi momenti di festa che non dimenticherò: mi daranno forza quando mi ritroverò a pedalare senza nessuno attorno in qualche parte del mondo… Un tempo la bici per me era solo agonismo. Oggi le cose sono cambiate e, paradossalmente, vado più forte di prima, perché riesco a godermela. Mi sento fortunato e sono felice che quasi tutti i membri di Enough, il collettivo di cui faccio parte, siano qui. In queste giornate ognuno ha il suo ruolo durante e, soprattutto, dopo la pedalata”

Icon Collection Juventus

Emanuele Molari (bikepacker)

“Il ciclismo è sinonimo di divertimento, anche se spesso non è un’equazione scontata. Il tempo e il ritmo non contano quando hai la possibilità di vedere posti incredibili. Il divertimento è la reale vittoria, questo è il mio pensiero. Io sono bresciano, ma non conoscevo bene la zona di Botticino. Quando riesci a penetrare questo territorio e a pedalare tra queste cave, vieni travolto dalla bellezza e dalla grandezza di questi luoghi pazzeschi. E pensare che sono dietro casa mia… Viaggio tanto sulle due ruote, ma preferisco farlo in compagnia. Se viaggio da solo mi stanco nel giro di due, tre settimane: ho bisogno di una birra e di una chiacchierata, non fa differenza se con uno sconosciuto incontrato per strada o con un amico. E Marmöl è il posto perfetto per vivere queste sensazioni”

Icon Collection Juventus

Cento Canesio (writer / painter / cyclist)

“Ho un rapporto quotidiano con la bici. La uso per andare ad appuntamenti di lavoro, per fare la spesa, quest’estate la userò per arrivare in Croazia… Ho sempre il cambio nella borsa. Come artista sento che le due ruote in qualche modo sono connesse alla mia ispirazione. D’altronde la bici ti permette di stare bene mentalmente e di osservare un’infinità di cose. Non ero mai stato in queste zone, grazie a Marmöl ho avuto la possibilità di scoprire un territorio che non conoscevo e di osservare queste valli. In una sezione della traccia tutto diventava improvvisamente giallo, le cave mi circondavano, mi sembrava di aver cambiato occhiali… Una vera e propria esplosione di colori. Al di là del territorio, non sono nuovo al fattore-community, perché ho un background nel Bike polo. Mi sembra quasi ovvia questa filosofia, ma il fatto che si crei una community trasversale attorno ad un movimento come il gravel è fighissimo”

Icon Collection Juventus

Chiara Redaschi (rider and photographer – enough cycling collective)

“È la mia prima volta qui e sto rimpiangendo il fatto di non avere con me la macchina fotografica… Mi sarei fermata ad ogni metro. Oggi però sono venuta per pedalare e per ho deciso di godermi l’evento completamente, lasciando stare la lente. Marmöl è la base del ciclismo contemporaneo, ha un importanza vitale, riesce a trasmettere i valori più preziosi delle due ruote. Tanti miei amici vanno solo su strada, pensano sempre e solo all’allenamento e al tempo, ma il ciclismo è molto più di questo. Oggi il nostro collettivo ha avuto tantissimi problemi meccanici e molte forature, ma eravamo insieme, abbiamo affrontato tutto ridendo e scherzando. Inoltre mi fa piacere vedere una nutrita rappresentanza femminile, sono sinceramente contenta, perché tante di queste ragazze hanno incontrato da poco l’universo gravel e anche grazie ad eventi del genere continueranno a pedalare”

Icon Collection Juventus

Federico Damiani (rider and Team Manager – enough cycling collective)

“Conosciamo Niccolò e l’organizzazione Marmöl da tempo. Ci piace andare in bici insieme, abbiamo la stessa filosofia. Di solito siamo impegnati in eventi competitivi, ma giornate come questa fanno capire quanto sia limitante la gara fine a sé stessa. Se viviamo la bici solo attraverso la lente della competizione, questo sport finisce inevitabilmente per perdere di valore. Credo che la bici sia un mezzo per potenziare le capacità umane e per scoprire nuovi territori. È uno strumento culturale. Per questa ragione il nostro collettivo organizza un evento in Veneto sulle tracce della Prima Guerra Mondiale… È fantastico quando il ciclismo diventa un modo per scoprire qualcosa di diverso e per stare insieme. Il gravel poi si sta sempre più evolvendo, molte istituzioni come l’UCI si stanno interessando al suo progresso. Sta a noi presenziare a più eventi possibili: solo così daremo la giusta direzione a questo movimento”

Icon Collection Juventus

Steve Ude (professional MTB instructor / ex pro MTB rider)

“Ho un passato e un presente nella MTB. Nonostante le due ruote siano uguali, la situazione qui è completamente diversa. Il mondo gravel ha uno spiccato lato di community, che un evento come Marmöl riesce a manifestare e sprigionare alla perfezione. Ho chiacchierato tutta la giornata, mi sono goduto scenari bellissimi e ho scattato un milione di foto… Certo, spesso mi sono sentito sotto ritmo, ma durante il giro non ho mai pensato alla performance personale. Ho sempre trovato persone con cui parlare, scambiare opinioni e ammirare le cave. Il tema centrale della bici è l’esplorazione, è la sua essenza. Qui sono stato abbagliato da cambi di luce pazzeschi, sono passato dal bosco a ipnotiche cave rosse: ho vissuto un’esperienza. E credo sia sempre più necessario vivere le due ruote così, per me come per tutti coloro che le stanno imparando a conoscere in questo momento storico. Spero che anche l’universo MTB lo capisca”

Icon Collection Juventus
Photo Credits:

@Riccardo Romani

Testi a cura di: Gianmarco Pacione

 

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