Vent’anni e 24 ori. La giovane Azzurra che in vasca tende le punte, creando una forma d’arte
Scandire la grazia in otto tempi, scandire la grazia tendendo punte, sfiorando con esse acqua e sinfonie musicali. Sono corpi dalle linee nobili, quelli delle sincronette, strutture flebili, muscolarmente raffinate. Sono menti alla costante ricerca della perfezione sincronica, della combinazione impeccabile.
Carmen Rocchino ha solo vent’anni e 24 ori nazionali in bacheca, è una danzatrice acquatica che sta rincorrendo, esercizio dopo esercizio, l’immagine dei cinque cerchi a pelo d’acqua. Una rincorsa partita, per puro caso, in età infantile all’interno delle piscine genovesi.
“Da piccola facevo dei semplici corsi di nuoto, poi, quasi per sbaglio, mi sono capitati dei volantini tra le mani. Parlavano di nuoto sincronizzato e per gioco ho iniziato quest’avventura. Avevo all’incirca 7 anni, ricordo che i primi tempi ero sempre l’ultima della fila, non avevo ben chiaro cosa fosse questo sport, avevo solo visto qualche immagine durante le manifestazioni olimpiche… Con il passare del tempo sono iniziate le prime gare e verso i 13 anni sono passata alla Rari Nantes Savona: un punto di svolta per il mio rapporto con questa disciplina”

Un rapporto che diventa presto totalizzante, continuando ad esserlo ancora oggi. Nella fase adolescenziale l’acqua si tramuta nella seconda, anzi, nella prima casa di Carmen. Un’abitazione fluida, dove ad alternarsi sono allenamenti infiniti e note da inseguire energicamente.
“L’acqua può cambiare volto, alcuni giorni è amica, altri nemica. A volte ti fa sentire benissimo, ti permette di galleggiare senza fatica, altre volte hai la sensazione di affogare, vorresti uscire, è quasi soffocante. Credo sia comprensibile questo legame ambivalente: da anni trascorro quasi tutte le mie giornate dentro la vasca. D’altro canto, se resto un paio di giorni lontana da questo elemento, sento di perdere la mia acquaticità, percepisco la velocissima perdita di abitudine del mio corpo a quella che, nel tempo, è diventata una casa”
Una casa da condividere con giovani coinquiline, mosse da un eguale desiderio di eccellenza. Il collettivo delle Azzurre del futuro, una sorta di cantera acquatica nazionale, vede ragazze appena maggiorenni che, tra le increspature dell’acqua, provano a comporre ispirate pièces sportivo-teatrali, a colmare il gap con chi di questa energica forma artistica ha scritto la storia.
“Viviamo tutte insieme. Le nostre giornate si dividono tra condizionamento atletico, pesi, ginnastica ritmica, nuoto normale o specifico e cura dei dettagli tecnici. Ore ed ore che diventano propedeutiche per l’esecuzione di un singolo esercizio: una lunga preparazione necessaria per automatizzare ogni passaggio, per pulire l’esecuzione dai minimi errori, per evitare di andare in affanno nel tanto tempo che passiamo con la testa sott’acqua. Se nelle esibizioni singole prende il sopravvento la mia personalità, in quelle di squadra sento un’intensa connessione collettiva. Una connessione che dobbiamo migliorare costantemente, con l’unico obiettivo di limare il divario che ci separa da superpotenze come Cina e Russia”

Quest’opera di miglioramento, a cui diede il là nei lontani anni ’70 la pioniera del sincro Romilde Cucchetti, trova oggi in profili come quello di Carmen Rocchino la naturale e rispettosa prosecuzione.
Una nuova generazione, o meglio, una nuova ondata di giovani acrobate delle vasche capaci di osservare diligentemente chi sta posando le basi per un ciclo futuro, capaci di sognare razionalmente le acque transalpine di Parigi 2024.
“Siamo state selezionate e stiamo crescendo come squadra Nazionale B, questo ci dà una certa visibilità e ci carica di responsabilità per il prossimo futuro. Il nostro obiettivo è riuscire a diventare il nucleo della Nazionale Maggiore che verrà. Per il momento prendiamo ispirazione dalle ragazze che si esibiranno a Tokyo e lavoriamo duramente per scendere in vasca a Parigi tra tre anni. Prima dei cinque cerchi ci saranno altri eventi come i Mondiali e gli Europei assoluti, dove proveremo a continuare la scalata che, nell’ultimo periodo, ha visto arrivare la scuola italiana a ridosso delle migliori interpreti di questa disciplina”

Scandire la grazia in otto tempi, scandire la grazia con sogni vividi e imponenti. Carmen Rocchino ha solo vent’anni, ma nelle sue punte tese ha già la consapevolezza di chi, in quegli otto tempi, vuole trovare la grandezza sportiva. Vasca dopo vasca. Esercizio dopo esercizio.
