Carla Calero, lo skate come arte terapeutica

La skater spagnola che vive la tavola come forma di espressione collettiva e di equilibrio personale
“Lo skate mi aiuta, mi permette di trovare un via di fuga quotidiana, di entrare ciclicamente in un mondo in cui posso essere costruttiva e non distruttiva, in cui posso alleviare il mio costante rapporto con la depressione. Credo sia importante parlarne, credo sia importante condividere un argomento così delicato, anche per comprendere le tante, tantissime funzioni di questa forma d’espressione personale”. Esistono spot fisici e spot mentali, esistono run e trick che trascendono da video e condivisioni, da risultati e notorietà, divenendo piattaforme mobili in cui calmare i propri pensieri, in cui ricaricare la propria essenza, in cui tramutare l’adrenalina in armonia.
Carla Calero ne parla con una naturalezza non scontata, che sa di sincerità ed esempio, di flip e manual, aprendoci le porte di una passione che sta segnando molto più delle sue giornate parigine, di un passatempo che è rapidamente diventato cultura, identità individuale. In fondo è tutto un gioco di equilibri, ci lascia intendere questa giovane skater di origine spagnola, è un gioco di complessi, aspri equilibri da gestire sulla superficie dell’asfalto, così come nelle profondità emotive. “Questo non è un semplice sport. La tavola mi aiuta ad uscire di casa quando non voglio farlo, mi permette di esprimere ciò che sono. È un modo di pensare che si applica alla vita: non molli mai, continui a provare, a volte fallisci, ma continui fino alla fine di ogni giorno”.





Una filosofia che comprende e coinvolge gli ambiti più disparati, dall’arte alla musica, dal fashion alla fotografia: universi che s’intrecciano di continuo nell’ironico immaginario di questa skater. Una filosofia che, soprattutto, non ha volto o nazione, come spiega Carla stessa, mettendo in rima viaggi e connessioni umane: “Sono stata in moltissimi posti grazie allo skate, grazie alla rete di rapporti che mi ha permesso di costruire in giro per l’Europa. Da Helsinki a Londra, per arrivare qui, a Parigi… In fondo si tratta sempre di condividere e diffondere una cultura, una mentalità. Una decina di anni fa ho iniziato per questo motivo, grazie ad alcuni amici che mi hanno spinto a provare. In quei primi momenti ho provato una grande sensazione di gioia, di benessere, e non ho più smesso”.




Cresciuta a Madrid e divenuta presto giramondo, Carla oggi vive in comunione con le strade, con i loro vuoti e pieni geometrici, con scalinate e panchine che prendono le sembianze di pagine bianche su cui poter incidere movimenti, suoni, creazioni. Incarna un antico spirito di ribellione, quello teorizzato nella California di metà Novecento, lasciandosi influenzare dalle testimonianze altrui e, contemporaneamente, influenzando con i propri gesti, con la propria, quasi inconsapevole, forza. “Sulla tavola mi sento a mio agio. Non ho uno spot preferito, perché ogni spot popolato da belle persone e circondato da un clima piacevole, diventa automaticamente quello perfetto. Trovo che una delle cose più appaganti dello skate sia osservare l’evoluzione delle persone che mi sono vicine. Vederle iniziare, migliorare e poi, d’un tratto, rendermi conto che… Thery’re killing it! Parlare delle loro vite, dei loro sacrifici, del loro rapporto con lo skate, mi aiuta a crescere, ad amare di più questa cultura”.




Credits
Skater Carla Calero
Photography Rise Up Duo
Video Riccardo Romani
Text by Gianmarco Pacione
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