Behind the Lights – Joe Hale

Il fotografo newyorchese che tratta il running come materia socio-antropologica
Gli scatti di Joe Hale pulsano una passione assoluta, nata e sviluppata attorno ai campi di atletica. La corsa è il fulcro della ricerca artistica di questo atleta, studente e (soprattutto) fotografo newyorchese.

La sua galleria visiva, popolata di strette corsie e ampie falcate, di volti contratti e braccia trionfanti, ci mostra prospettive e situazioni inconsuete, emozioni e condizioni sportive riconoscibili solo da chi non ha potuto fare altro che votarsi all’arte della velocità, alla tanto filosofica, quanto concreta ricerca del miglior tempo assoluto.
“Ho iniziato a correre a 12 anni e da quel momento non ho più smesso. Ho fatto di tutto, dal cross country all’indoor, continuando in high school e al Manhattan College, che vanta un team di Division 1. Grazie all’atletica ho scoperto per puro caso la fotografia. Negli anni liceali decisi di prendere in prestito una macchina fotografica da un mio amico e iniziai a scattare nel mezzo di un meeting. Mi piacque così tanto… Da quel momento non ho più smesso. Pensate che durante il mio senior year portavo la macchina con me ad ogni evento, amavo il fatto di documentare tutto: ritraevo i miei compagni di squadra e i dettagli che ci circondavano, ma anche gli amici provenienti da altre scuole”


Tra classi fotografiche e appuntamenti sportivi, Joe scopre uno dei più grandi poteri della fotografia: la capacità di creare connessioni umane. La sua lente diventa una strumento per condividere ed esaltare un vibrante interesse comune, per intessere rapporti sociali, per entrare ancora più attivamente a far parte di una community trasversale, rivestendo un doppio ruolo: quello di corridore e ritrattista.
“Tutti i weekend ero sulle piste, pronto a seguire e documentare anche i peggiori meeting. Per me fotografare significava fare qualcosa di differente, era estremamente stimolante. Sono sempre stato una persona socievole, mi piace stare in mezzo agli altri, parlare, condividere, e la macchina fotografica mi ha dato la possibilità di penetrare ancora di più nella community del running. I miei lavori riflettono tutto questo: tanti scatti sono dei ritratti stretti, perché ho sempre trovato interessante vedere quanti volti si palesano ad ogni meeting, carpire le personalità dei vari atleti, cristallizzare i loro momenti emotivi utilizzando particolari angolazioni. Tutti i runner sono uniti dagli stessi desideri e obiettivi, ma hanno provenienze e storie differenti… È questo ciò che più m’interessa: il brulicante movimento sociale costruito attorno alla sfida sportiva. Pensate ad una maratona, per esempio, e al numero di individui coinvolti. O pensate ad una delle tante crew newyorchesi formate da runner di ogni nazionalità, da professionisti di ogni tipo…”

Attraverso questa ricerca antropologica, Joe entra in contatto con le più disparate realtà, cominciando a collaborare con brand specializzati (Adidas, Nike, Under Armour, Diadora, On Running…), squadre nazionali (è il fotografo ufficiale della selezione portoghese) e team progressisti come il Tinman Elite. Joe ha avuto modo di passare oltre un anno della sua vita proprio con questo team, raggiungendo le montagne del Colorado nel periodo pandemico per seguire da vicino la preparazione olimpica di alcuni membri di questo gruppo elitario.
“È stata un’esperienza magnifica. Ho avuto la possibilità di vivere a contatto con questi sportivi di altissimo livello, di fotografarli giorno dopo giorno, e di venire coinvolto in un progetto organizzato da Adidas, che stava sviluppando una nuova scarpa insieme ai membri del team. L’emozione più grande l’ho vissuta quando ho visto una delle mie foto esposta in una vetrina di un negozio Adidas in pieno centro a New York…”
Non è un caso se il nome di Joe Hale al giorno d’oggi è uno dei più rinomati all’interno del panorama del ‘performance running’. In fondo non ci sono segreti nella sua originale espressione visiva: tutto ruota attorno alla comprensione dell’istante, alla conoscenza del singolo gesto atletico, alla consapevolezza di un lavoro che attinge dal proprio amore sportivo, e viceversa.



Gli impegni professionali di Joe attualmente si divisono tra progetti sulla pista, shooting in studio ed editoriali dal respiro internazionale. Lavori dalle molte sfaccettature che, con ogni probabilità, mai lo vedranno bbandonare il profumo del tartan e che presto potrebbe condurlo nei grandi stadi di Parigi e Los Angeles, prossimi teatri dei sogni olimpici e delle più rapide gambe al mondo.
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