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Athleta Abroad – Helen Falda

Da Torino alla University of South Dakota, la saltatrice con l’asta che sogna le Olimpiadi volando negli USA

“Il rapporto con il salto con l’asta è come una relazione sentimentale: va a onde. All’inizio è stato un amore a prima vista, poi ho iniziato a comprendere tutte le difficoltà e le complessità relative a questa disciplina. Ho passato periodi duri, veri e propri burnout mentali, alcune volte ho addirittura pensato di smettere, ma la sensazione di volare, di superare i propri limiti, è fantastica e mi ha sempre fatto proseguire”

La liaison tra Helen Falda, astista classe ’96, e il proprio sport è bilingue. Una relazione iniziata sui tartan italiani e proseguita oltre i 4 metri in territorio statunitense. Un incessante moto ondoso che ha segnato la sua adolescenza e la sua maturazione, ma anche, se non soprattutto, il suo percorso universitario e umano.

“Tutto era cominciato con la ginnastica artistica, poi alle scuole medie ho partecipato ai giochi della gioventù, facendo la campestre. Mi piaceva correre, era anche una tradizione di famiglia, così sono entrata nella società atletica di Torino. Lì ho provato tutto le discipline e, dopo un paio d’anni, ho scoperto il salto con l’asta. All’inizio è stato difficile, ma mi divertivo. Ricordo di aver saltato 2.60 nella mia primissima gara, avevo appena 14 anni. Sorrido pensando che ora il mio personal best è di 4.42”

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Tra i 2.60 superati dalla giovanissima Helen e l’attuale record personale s’intrecciano emozioni e perfezionismo, crolli e risalite, s’inserisce principalmente una pivotale scelta di vita: l’abbandono del Vecchio Continente per l’esperienza collegiale negli States.

“Durante un mondiale giovanile negli USA mi hanno notato degli allenatori universitari, nei mesi precedenti ero migliorata di 25 centimetri e per me era già una sorta di miracolo il fatto di poter partecipare a quella manifestazione. Una volta rientrata in Italia ho iniziato a ricevere una lunga serie di mail. Erano i primi tempi delle ‘migrazioni’ atletiche oltreoceano, non era ancora una transizione scontata… Finito il liceo mi sono presa un anno sabbatico per stare vicina alla mia famiglia, in particolare al mio fratellino, e studiare l’inglese, poi ho deciso di partire”

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Dopo un primo anno in Texas, Helen trova la propria seconda casa nel South Dakota, per la precisione nel tempio atletico dei ‘Coyotes’. Immersa nelle alte pianure del Midwest, Helen affina la propria istruzione e la propria tecnica di salto, vedendosi selezionare per 7 volte come All American.

“La borsa di studio sportiva ti regala delle possibilità enormi, mi ha permesso di laurearmi in Scienze della Comunicazione e Lingua Spagnola, di conseguire un master in Sport Management e, contemporaneamente, di sentirmi ‘stipendiata’ come atleta-studentessa. Quando sono diventata All-American per la prima volta non avevo ben chiaro cosa significasse, poi ho compreso quanto fosse speciale quella nomina: vuol dire far parte della crema, delle migliori astiste e dei migliori atleti di tutti i college americani di Division I, il massimo a cui si possa aspirare”

Apici, ma anche baratri temporanei, come in ogni relazione sentimentale che si rispetti. Perché il periodo dorato di Helen arriva ad infrangersi contro una serie di scogli apparentemente insormontabili, caotici naufragi mentali che l’astista torinese riesce a gestire unicamente grazie all’aiuto del coach-mentore Derek Miles, bronzo a Pechino 2008.

“L’ultimo anno di college non sapevo cosa fare della mia vita. Ero stressata e ansiosa, il visto mi stava scadendo e la mia testa continuava a pensare al futuro in maniera tossica. In quel periodo non arrivavo a superare i 4 metri, ero apatica. Coach Miles mi ha aiutato ad uscire da quel buco che mi ero scavata da sola, mi ha fatto capire che si può rimanere incastrati anche nel futuro, non solo nel passato. Dovevo cambiare mindset, dovevo fare uno ‘switch’, come dicono qui, modificare testa e attitudine… Ero certa di amare gli States e di voler continuare a saltare in South Dakota, così mi sono messa a cercare lavoro”

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Grazie ad un posto part-time all’interno del dipartimento di atletica, Helen riesce faticosamente a rinnovare il visto e a pensare con maggiore serenità al proprio futuro. Un futuro che è diventato presente. Oggi Helen continua difatti ad allenarsi sotto le direttive di Derek Miles, nei panni di ex studentessa, sogna i cinque cerchi olimpici parigini ed è impegnata in un’opera di raccordo tra giovani atleti italiani e college americani.

“Ci siamo fermati in quattro, qui, dopo il ciclo universitario. Coach Miles si concentra principalmente sugli studenti, è ovvio, ma dedica molto tempo anche a noi. Voglio provarci fino alle prossime Olimpiadi, voglio continuare a fare questo sport con passione, senza pensare alla misura, ma concentrandomi sul migliorare il più possibile: almeno fino a Parigi 2024. Contemporaneamente voglio aiutare i tanti giovani italiani che mi contattano chiedendo consigli e informazioni riguardo l’esperienza collegiale. Il programma atletico della University of South Dakota è cosmopolita, ora c’è solo un astista che proviene da questo Stato e, per esempio, ci sono molti estoni… Arrivare ad ottenere una full scholarship, una borsa di studio completa, non è facile. Bisogna saltare tanto e solo i migliori riescono a farcela. Fare il college grazie al salto con l’asta è stata in assoluto l’esperienza più significativa della mia vita e spero di poterla condividere con il maggior numero di persone possibile”

Helen Falda
IG @helenfalda

Intervista a cura di Gianmarco Pacione

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